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«Metteremo a disposizione di imprese e professionisti voucher per un valore complessivo di circa 3-4 milioni di euro, per dare loro la possibilità di imparare le lingue. Puntare sul trilinguismo, evitando di cadere nell’errore di trascurare la lingua tedesca per dedicarsi unicamente all’inglese, nel mondo del lavoro significa crearsi nuove opportunità ed aprirsi nuovi mercati». È questa la proposta che il presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi ha fatto ieri ai Periti Industriali della Provincia di Trento in chiusura del convegno, dal titolo “Futuro Globale”, organizzato dal Collegio nell’auditorium di Interbrennero.
«Il dualismo e la contrapposizione fra formazione umanistica e tecnico – professionale – ha aggiunto – va superato, è uno dei mali del nostro paese. Nel mondo tedesco questa frizione non esiste, lì i percorsi formativi tecnico hanno la stessa dignità di quelli umanistici, si tratta di abilità diverse, ma con identico riconoscimento sociale».
Il convegno si è aperto con l’intervento del presidente nazionale Giampiero Giovannetti, che ha illustrato all’assemblea le prospettive che si aprono nei percorsi di ingresso all’Albo dei Periti Industriali. Avendo il congresso del novembre 2014 fissato una qualificazione del percorso formativo destinata a passare per una laurea triennale, il Consiglio Nazionale sta operando affinché la sperimentazione di questo nuovo iter abilitante alla professione, abbia inizio nel 2018 con la fase di sperimentazione. Si tratta di un innalzamento delle competenze e quindi della qualità delle prestazioni professionali dei Periti Industriali. Per arrivare a questo nuovo percorso formativo professionalizzante il Miur darà vita a settembre ad una cabina di regia.
Il dirigente dell’Istituto Tecnico Tecnologico Buonarroti – Pozzo Paolo Dalvit ha invece citato l’esempio della Cina come paese che ha “scardinato” il mercato mondiale, forte di un pil cresciuto di dieci volte negli ultimi dieci anni. Oggi vale il 14,8% del totale mondiale. Il futuro quindi, per i tecnici, sarà globale e richiederà competenze sempre più complesse e forza lavoro estremamente qualificata. Bisognerà quindi predisporre itinerari formativi in cui si dovranno preparare dei tecnici con solide basi scientifiche, tecniche e tecnologiche, suggerendo di allargare le menti e predisporre una formazione aperta a 360 gradi.
La voce accademica è stata quella di Enrico Zaninotto, docente del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Trento, il quale ha evidenziato che il percorso accademico, in termini di occupazione, continua ad essere premiante e che non a caso vi è un forte incremento di donne laureate ed occupate. La nota dolente riguarda la mancanza di connessioni fra il mondo accademico e quello del lavoro, anche perché nel nostro paese è del tutto assente la formazione professionale terziaria, come quella tedesca, più volte citata in apertura di convegno dal moderatore riprendendo alcuni passaggi di un’intervista rilasciata da Romano Prodi a “Opificium”, la rivista del Cnpi. In chiusura ha lanciato una provocazione, smarcando l’Università dall’onere di occuparsi di determinati percorsi formativi.
Dell’importanza del trilinguismo ha parlato Maria Silvia Boccardi, dirigente del Liceo Linguistico Sophie Scholl. Ne ha ribadito l’importanza, ricordando come in ambito scolastico locale, le competenze della scuola superiore siano, sia per quanto concerne la lingua tedesca sia per quanto riguarda quella inglese, fissate in media al livello B1 e che bisogna puntare a portalo almeno fino al B2. Ha altresì sottolineato come sia importante lo studio del tedesco per una provincia come il Trentino, dove andrebbe studiato fino ai 18 anni.
L’industria trentina sta migliorando le proprie prospettive dopo il periodo buio seguito alla crisi economica, ha sottolineato Marco Giglioli, presidente del Comitato di Piccola Industria in Confindustria. «Dal 2016 c’è un leggero incremento di produttività, - ha affermato - questo induce a guardare al futuro con ottimismo, ma anche consapevoli del fatto che siamo di fronte ad una nuova rivoluzione. Siamo alle soglie dell’industria 4.0, per la quale dovremo cambiare le nostre competenze, ripensando i processi produttivi alla luce della nuova era cibernetica. I giovani che saranno formati dagli istituti tecnici e tecnologici dovranno possedere competenze trasversali. In sintesi fare le cose vecchie in modo nuovo».
Anche il presidente dell’Eppi, la cassa di previdenza della categoria, Valerio Bignami, ricordando le criticità che inevitabilmente anche il suo istituto deve fronteggiare e le prospettive per nulla rosee che attendono le nuove generazioni, ha ribadito l’importanza di “contaminare” i saperi, miscelando la cultura umanistica con quella tecnico scientifica.
In apertura di lavori il presidente del Collegio dei Periti Industriali di Trento Lorenzo Bendinelli ha usato la metafora del “prosac”, inteso come bagaglio dell’essenziale, necessario per la professione, per ricordare l’importanza di una formazione di qualità e mirata per dare prospettive di crescita alla categoria.
La prima parte dell’Assemblea ha approvato, come di consueto, i bilanci consuntivo e preventivo, presentati dal tesoriere Fabio Dandrea, la relazione del segretario Gabriele Cassetti e quella dello stesso presidente Bendinelli.Il presidente nazionale Giampiero Giovannetti si è complimentato con il collegio di Trento per la massiccia partecipazione di iscritti ai lavori assembleari. Presente anche il presidente del Collegio di Trieste Stefano Ricatti.
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