Le interviste dopo la quinta tappa

Al termine della seconda prova speciale e quindi della competizione, i due vincitori sono ancora freschissimi, quasi non avessero mai fatto sul serio… «Effettivamente non abbiamo mai sentito il fiato sul collo di alcun avversario in questi due giorni – ci spiega Massimo Debertolis – e questo ci ha permesso di tenere il nostro ritmo, anche se quando si è in coppia con Marzio è impossibile tirarsi indietro. Lui va fortissimo in allenamento, figuriamoci quando ha un numero sul manubrio. Se è vero che non abbiamo mai avuto antagonisti diretti è anche vero che una vittoria è sempre una vittoria e quindi siamo contenti di questo risultato».
Gli fa eco Marzio Deho: «È stata una bellissima esperienza, i percorsi si sono dimostrati molto spettacolari e anche il tempo è stato clemente con noi, seconda tappa a parte (quella da San Martino a Telve). Credo che ai biker debba piacere per forza questa formula, perché lascia il tempo per guardarsi attorno e godersi il paesaggio. Di solito, invece, si sta sempre e solo a testa in giù. Con Massimo quest’anno abbiamo già corso insieme la Vueta de Ibiza e ci troviamo benissimo insieme».
Stanco ma felice anche il secondo classificato Omar Oprandi: «Più di così non potevo dare, fino a qualche mese fa ero sugli sci da scialpinismo e quindi chiudere al secondo posto una manifestazione come questa è un risultato strepitoso per me».
Il suo compagno Michele Degasperi lo elogia: «Ho trovato un compagno di corsa all’altezza, anche per l’amicizia che si è creata fra di noi, meglio di così non poteva andare. L’ultima prova speciale non era lunga, ma quando si pedala da cinque giorni anche un chilometro e mezzo si fa sentire nelle gambe».
Silvano Janes è forse il più rilassato di tutti: «Per me è stata un’esperienza nuova, perché pedalare per lunghi tratti senza essere in gara non mi capita spesso, sono abituato a tirare sempre». Poi scherza spiegando che… «Il mio compagno in discesa va fortissimo, in salita invece qualche volta gli ho dovuto dare una mano».
Paolo Alverà conferma che... «Silvano è stato un maestro per me, mi ha aiutato nei momenti difficili e si è creata una bella amicizia: speriamo che questa manifestazione decolli, perché lo merita. Io mi darò da fare per promuoverne l’immagine».
Identico pensiero esprime Michele Di Geronimo, quarto in classifica generale: «Chi non ha partecipato non sa cosa si è perso!», dice.
Piergiorgio Dellagiacoma, accanto a lui, mastica amaro: «Stamattina sono caduto e avrei potuto fermarmi, ma avremmo gettato via quanto di buono abbiamo compiuto in questi cinque giorni e quindi ho tenuto duro. Le prime tre coppie classificate andavano fortissimo e quindi ci teniamo stretti questo bel quarto posto».
Amedeo Wegher tira il fiato e pare quasi dispiaciuto di chiudere qui la propria avventura alla Dolomiti Lagorai Mtb Challenge. «È una gara bellissima, che ci ha permesso di conoscere tanti amici provenienti da altre regioni. Durante i trasferimenti, quando non si pedalava per staccare il tempo, abbiamo chiacchierato con tanti biker, cosa che di solito non si riesce mai a fare».
Roberto Fondriest sottolinea anche che «nonostante si trattasse della prima edizione lo staff si è dimostrato molto ben organizzato».
Felici per il successo nella gara riservata alle coppie miste, Fabio Belotti e Chiara Mandelli. «Il duello con Vaia e Kershbaumer è stato molto bello. – dice la ladies – Nella seconda tappa avevo rotto la catena e abbiamo buttato dieci minuti, ma poi li abbiamo recuperati nelle giornate successive. Questa è una formula che conosciamo bene e ci piace molto, il dislivello è stato rilevante, in compenso il terreno che abbiamo affrontato si è rivelato sempre molto pedalabile, quindi non ha esaltato gli atleti più tecnici. Una gara da consigliare a chi vuole fare un po’ di fiato ed allenarsi».
«Infatti ci si allena nel corso della manifestazione – aggiunge il suo compagno Fabio -, qualunque atleta di medie capacità secondo me può affrontarla. Un grazie agli organizzatori, perché mettere in piedi una competizione del genere è difficile e meritano di raccogliere molti più iscritti nelle prossime edizioni».

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