MeseMontagna 2017

Le imprese di Nives Meroi e Romano Benet
hanno scaldato il pubblico di «Mese Montagna»

Se Nives Meroi e Romano Benet sono diventati due volti noti non solo fra gli appassionati di alpinismo, ma anche fra le persone che semplicemente amano la natura e la montagna probabilmente è perché appaiono assai lontani dagli stereotipi di superuomini che di solito i mezzi di comunicazione modellano quando si occupano di grandi imprese alpinistiche. I racconti che regalano a chi li ascolta sono quelli di due persone semplici, abituate a dividere e condividere tutto, a mettersi a disposizione l'uno dell'altro, a seconda delle circostanze. A rispettare sempre e comunque i propri limiti, quelli imposti da ambienti naturali affascinanti ma anche ricchi di insidie, e l'impegno morale ad affrontare la montagna con lealtà, ovvero senza ossigeno supplementare e portatori d'alta quota. È facile e viene spontaneo, insomma, identificarsi nel loro approccio.
Sul palco di «Mese Montagna», il festival organizzato dall'Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi e dal Comune di Valle Laghi, la cui 12ª edizione ha preso il via ieri sera nel Polo Scolastico di Vezzano, Nives e Romano ci erano già stati nel 2014, ma allora mancavano ancora alla loro “collezione” di Ottomila il Makalu e l'Annapurna, conquistati rispettivamente nel 2016 e nel maggio di quest'anno. Oggi sono l'unica coppia al mondo che sia riuscita ad avere ragione di tutte quattordici le vette che superano quella quota, un'impresa descritta pochi giorni fa anche davanti alle telecamere di “Che fuori tempo che fa”. Al pubblico che ha gremito la palestra hanno regalato i racconti delle ultime imprese, che sono anche quelle di chi, come Romano, ha saputo sconfiggere una malattia che spesso non lascia scampo, prima di poter riprendere zaino e scarponi. «In cima a quelle montagne – ha spiegato Nives – oltre a noi due c'era sempre anche la persona che gli ha donato il proprio midollo osseo, salvandogli la vita».
La sua voce appassionata ha accompagnato le immagini succedutesi sullo schermo, poi, insieme al marito, ha risposto alle tante domande poste dal pubblico, che ha così potuto apprezzare quella che loro chiamano l'arte della fuga senza vergogna, ovvero la capacità di rinunciare un attimo prima che un pericolo diventi una minaccia letale.
La serata ha offerto anche l'occasione a Giuseppe Criscione e Angelo Giovanetti di presentare il progetto realizzato dall'associazione “Oskar for Langtang” nella zona del Nepal colpita dal violento terremoto nel 2015, anche grazie ai fondi raccolti attraverso “Mese Montagna”: un ostello consegnato alla popolazione locale lo scorso 13 ottobre. Ora il sodalizio che vuole ricordare Oskar Piazza ha cominciato la raccolta fondi per costruire una scuola secondaria.
Il prossimo appuntamento proposto dal festival è fissato per mercoledì prossimo. Al teatro di Calavino verrà proiettato il documentario “Africa, un’avventura ricca di emozioni”, realizzato da Marco e Giada Miori, imperniato sul loro viaggio attraverso Kenya, Tanzania, Malawi e Mozambico. Venerdì prossimo, invece, sul palco di Vezzano, salirà un big mondiale dell'arrampicata come Adam Ondra.

Risorse aggiuntive:

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galleria Immagini della serata con Meroi e Benet
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