Sono bastati pochi minuti con il microfono in mano, allo scalatore Adam Ondra, per conquistare il pubblico di «Mese Montagna», che ieri sera ha affollato la palestra del Polo Scolastico di Vezzano per ascoltare, a bocca aperta, i racconti dell'uomo che ha da poco alzato l'asticella del possibile, e quindi anche quella dell'impossibile. “Silence”, l'ascesa della parete con difficoltà 9c, nella grotta di Flatanger in Norvegia, che ha completato ad inizio settembre, stabilendo un nuovo primato mondiale assoluto, può essere considerata una vera e propria impresa e ascoltare dalla bocca del protagonista il racconto dettagliato della preparazione e della realizzazione di un progetto portato avanti per mesi, rappresentava un'occasione unica per gli appassionati trentini di montagna, che infatti non si sono lasciati sfuggire.
Davanti a cinquecento persone il fuoriclasse ceco, dopo essersi esibito in una breve arrampicata sulla parete attrezzata, ha dapprima ripercorso, con l'ausilio delle immagini, i primi passi della propria carriera, cominciata quando era bambino e agevolata dal supporto offertogli dalla famiglia composta interamente da scalatori, poi ha mostrato la parete sulla quale si è costruito, una falesia di calcare vicino a Brno, dove abita. Il grande schermo di «Mese Montagna» lo ha poi mostrato, quattordicenne nel 2007, aprire una via nuova sul Moravian Karst, sempre in Repubblica Ceca, il terzo 9b+ della storia dell'arrampicata, e a quel punto, terminata l'università, non rimaneva che puntare il mirino altissimo, verso il primo 9c di sempre.
Per realizzare questo sogno ha scelto un grotta in Norvegia, a Flatanger, nella quale si è recato per sette volte prima di capire quale via inaugurare e come superarla. Mesi di test, di allenamenti durissimi per preparare braccia e gambe a sopportare tensioni e sforzi al limite delle possibilità umane, fino al raggiungimento del grande obiettivo, il 3 settembre 2017. «L'emozione è stata tale – ha spiegato in un italiano sorprendentemente fluente – che non sono riuscito nemmeno a gridare di gioia come sono solito fare quando porto a termine un'impresa di questo tipo, per questo ho ribattezzato il progetto “Silence”». Fra un tentativo e l'altro in terra norvegese, in attesa di piazzare il colpo che lo ha reso celebre, Adam si è concesso una spedizione sulla parete El Capitan, nel parco di Yosemite, sulla quale, nel novembre del 2016, ha completato la seconda salita in libera della Dawn Wall, la via d’arrampicata su big wall più difficile del mondo. Di rara suggestione le immagini che ha portato a Vezzano per ricordare anche questa conquista.
Al termine dell'incontro ha parlato delle prossime Olimpiadi giapponesi, che per la prima volta assegneranno medaglie nell'arrampicata: «Mi preparerò al meglio, - ha spiegato Adam - ma la modalità di gara scelta, un'unica prova che unisce tre diverse specialità, quali lead, boulder e speed, non ha molto senso e non premierà i migliori. Sarebbe stato meglio prevedere tre diverse competizioni, cosa che probabilmente avverrà a Parigi 2024».
Il cartellone di «Mese Montagna» prevede ora l'incontro con i quattro scalatori trentini Luca Cornella, Nicola Binelli, Silvestro e Tomas Franchini, che hanno da poco portato a termine la prima salita sul Pilastro Est del Kishtwar Shivling, nell’Himalaya, in programma mercoledì sera al teatro di Calavino, e venerdì prossimo a Vezzano quello con altri due big dell'arrampicata, quali Manolo e Federica Mingolla.