Quando nel 2014 un gruppo di appassionati di birre artigianali lanciò l'idea di organizzare un festival dedicato ad esse in Val di Non, pochi immaginavano che «Cerevisia» avrebbe riscosso tanto successo e che il settore avrebbe continuato a crescere, in Trentino, ma anche nel resto d'Italia, a ritmi vertiginosi. Nessuno, in ogni caso, avrebbe potuto ipotizzare che a distanza di soli tre anni e mezzo sarebbe stato lanciato un secondo appuntamento, dedicato esclusivamente agli agribirrifici, quelli che coltivano e lavorano almeno il 51% degli ingredienti necessari per la produzione brassicola. Se «Cerevisia» è un evento dedicato esclusivamente alle birre artigianali trentine, «Agribeer» nasce invece al centro di una platea nazionale e quindi, anche se in questa prima edizione il numero di aziende presenti è limitato e le uniche regioni rappresentate sono Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Trentino, si tratta di una manifestazione che ha l'ambizione di fare da traino all'intero comparto italiano. Quanto sia importante per i produttori poter contare su un'occasione di confronto e di crescita a scadenza annuale lo ha chiarito qualche giorno fa Renato Nesi, che può essere considerato il “guru” nazionale delle birre artigianali. «Fino a quando nel nostro paese non si riuscirà a costruire una filiera completa interamente nazionale, – ha ribadito – non potremo parlare di birra italiana al cento per cento». La posta in gioco è quindi alta, la scommessa è quella di riuscire a percorrere in tempi rapidi la strada che ancora manca per poter apporre il marchio “made in Italy” sulle eccellenze nazionali.
Il format di «Agribeer» ricorda da vicino quello di «Cerevisia», propone cioè spazi di degustazione di svago al pubblico, e parallelamente momenti di confronto e di approfondimento per gli operatori del settore. Il programma si aprirà venerdì con un'iniziativa itinerante, chiamata «BeerTour», una passeggiata fra i birrifici della valle da affrontare con la macchina fotografica in mano, che termina con la premiazione delle immagini più riuscite. La giornata si concluderà con una cena a chilometri zero (alle ore 20) al Palanaunia, che proporrà abbinamenti tra i piatti nonesi e le birre agricole presenti al festival. Il giorno dopo, sabato 25, sarà caratterizzato da un laboratorio (alle ore 16) dedicato a cinque prodotti italiani provenienti da differenti regioni, domenica, invece, spazio al convegno «Verso una filiera italiana della birra. Il percorso, la comunicazione, gli sbocchi commerciali» (alle ore 15) e subito dopo ad un altro laboratorio, intitolato “Fenomeno birra agricola in Italia” (alle ore 17).
Sabato dalle ore 12 alle 2 di notte e domenica dalle 12 a mezzanotte si potranno degustare le etichette presenti agli stand, venerdì e sabato si potrà anche ascoltare la musica dal vivo e si potranno assaporare i prodotti, anche in questo caso a chilometri zero, serviti negli stand allestiti in collaborazione con la Coldiretti.
Per quanto attiene agli agribirrifici i mostra, a rappresentare il Trentino vi saranno BioNoc', azienda di Mezzano, Birra di Fiemme, che ha la sede a Daiano, e Maso Alto, birrificio di Pressano. Per la Toscana vi sarà l'Opificio Birrario di Lavoria, in provincia di Pisa, e La Diana di Siena; per la Lombardia Luppolajo di Carpenedolo, in provincia di Mantova e per l'Emilia Romagna Beltaine di Granaglione, sull'Appennino bolognese.