Conservatorio Bonporti

Auditorium esaurito per il Concerto di Primavera
Il Coro della Sat protagonista con gli studenti

Ci ha pensato il calore di un Teatro Auditorium tutto esaurito a sciogliere la tensione dei novanta studenti del Conservatorio Bonporti, che ieri sera si sono esibiti nel «Concerto di Primavera», l'appuntamento clou del ricco calendario annuale promosso dall'Istituzione di Alta Formazione Musicale trentina per dare visibilità e spazio alle esecuzioni dei propri allievi. Settanta giovani musicisti e una ventina di coriste si sono esibite per circa un'ora e un quarto, affiancati, per la prima volta, dal Coro della Sat, ospite d'eccezione della manifestazione.
«Più che di contaminazione, per definire il carattere di questa esibizione, parlerei di incontro fra tradizione popolare e colta, – ha spiegato il direttore Massimiliano Rizzoli – in linea con una filosofia che il Conservatorio persegue da anni. La musica, come spieghiamo ai nostri studenti, è un'attività cognitiva, emotiva e creativa e queste occasioni valorizzano in maniera particolare l'ultima di queste caratteristiche».
Poi il presidente Paolo Ghezzi ha salutato il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, nonché Assessore Provinciale all'Istruzione, ricordando le peculiarità del sistema trentino nel campo della formazione musicale, un terreno sul quale l'amministrazione locale interviene in maniera decisiva per garantire una qualità dei servizi, e soprattutto delle strutture, difficile da trovare in altre regioni italiane, ricordando quanto sia importante, ora, terminare l'allestimento della sala concerti presente nei sotterranei di via San Giovanni Bosco e spostare il polo pop – jazz nell'ex facoltà di lettere.
«Si tratta di due passaggi chiave che abbiamo sostenuto con forza. – lo ha rassicurato lo stesso Ugo Rossi – Per quanto concerne la sala credo che per la fine dell'anno potrà essere inaugurata e sarà una bella sorpresa, perché siamo riusciti a fare qualcosa di più rispetto al progetto iniziale, per quanto riguarda i nuovi spazi in via Santa Croce si procederà in questa direzione senza indugi».
Gioele Andreolli, presidente della Consulta degli Studenti, ha raccontato la gioia con la quale i ragazzi affrontano il percorso di studi, ribadito l'assoluta necessità di nuovi spazi e ha preannunciato che la nuova sala sarà intitolata ad Andrea Mascagni.
Poi la parola è passata alle voci e agli strumenti. Ha rotto il ghiaccio il Coro della Sat, che ha proposto al pubblico cinque canzoni: “La montanara”, “Vien, vien bionda d'amor”, “O ninine”, “Che fai bela pastora” e “La pastora e il lupo”, brani armonizzati da Pigarelli, Mascagni e Benedetti Michelangeli. Poi le voci maschili si sono spostate nella parte alta del palco, sul quale hanno preso posto i settanta musicisti dell'Orchestra del Conservatorio, guidata da Julian Lombana, che hanno eseguito, insieme al Coro della Sat, “Ama chi t'ama”, “L'è tre ore che son chi soto” e “Le maitinade del nane Periot”. Un incontro di sonorità emozionante, che ha strappato lunghi applausi al pubblico. Il momento più suggestivo della serata è stato però quello in cui sul palco si sono aggiunte anche le voci del Coro femminile del Conservatorio: i tre gruppi hanno eseguito la ninna nanna “Ndormenzete popin” e per le voci della Sat è stata una prima assoluta accanto a colleghe del gentil sesso. Il programma è stato chiuso da due brani proposti dai due gruppi di studenti, “Sirenes per coro femminile e orchestra L 98” di Debussy e “Ouverture per una festa accademica, op. 80” di Brahms.

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