Il gran finale della tredicesima edizione di Mese Montagna è stato un tripudio per l’icona dell’alpinismo Hans Kammerlander, che ha fatto registrare un pieno di applausi a Vezzano.
Dopo un filmato di oltre 70 minuti e nel dialogo successivo con le sue maniere educate ed equilibrate ha raccontato la sua vita e la sua grande passione per la montagna, ma in particolar modo la conquista più difficile, il sogno che ha seguito per molti anni, con tante rinunce per i più svariati motivi. La montagna degli italiani, il K2, il più affascinante, difficile, complicato Ottomila, domato nel 2001 e addirittura disceso anche con gli sci ai piedi per alcune centinaia di metri, il primo al mondo anche in questa sfida.
Un’impresa che ha inseguito per molti anni, ma che per lui aveva un significato vitale: “Ho scalato 13 dei 14 Ottomila – ha risposto ad una delle domande del pubblico l’alpinista della Valle Aurina - ma per me il K2 vale come nessun altro. Il Monte Godwin-Austen (altro nome della seconda montagna più alta al mondo) equivale da solo a tutti gli altri ottomila. Non mi sono mai scoraggiato, nonostante in tante occasioni sono dovuto tornarmene a casa, sapevo che prima o poi ci riuscivo. Ho saputo attendere e sono stato ripagato”.
Kammerlander ha poi evidenziato le tante tragedie che ha vissuto nelle sue ben 2500 scalate in tutte le parti del mondo, di cui 50 effettuate come primo uomo al mondo. Come quella nella discesa proprio dal K2, quando, è stato sfiorato dal corpo di un alpinista coreano con cui aveva condiviso la cima: precipitatogli improvvisamente sugli sci è stato poi ritrovato un migliaio di metri più in basso. Anche se la scomparsa che lo ha segnato maggiormente fu quella dell’amico Friedl Mutschlechner, colpito da un fulmine nel 1991 durante una spedizione sul Manaslu in Nepal, l’unica grande vetta che non ha mai conquistato.
Nel domanda e risposta con il direttore artistico di Mese Montagna Kammerlander ha poi raccontato di come è nata la sua passione per l’alpinismo, iniziata a 8 anni con la sua prima ascesa oltre i 3 mila sul Picco Palù, sopra il suo maso natio, delle tante sfide con Reinhold Messner, del suo grande amore per le Dolomiti e del progetto di salire tutte le Second Seven Summits con l’amico Toni Mutschlechner. Ed infine ha presentato un trailer del nuovo film che racconta la sua vita, in uscita a breve in Germania.
E’ andata dunque in archivio la tredicesima edizione di Mese Montagna, contrassegnata dal tutto esaurito e da una presenza di alpinisti di assoluto livello, come hanno voluto ricordare nel proprio intervento la direttrice dell’Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Elda Verones, il sindaco del Comune Vallelaghi Gianni Bressan, la direttrice scolastica dell’Istituto Comprensivo Valle dei Laghi e Dro Sara Ruttini, il presidente della Sat Valle dei Laghi Gianni Tonelli e Mauro Bressan del Gs Fraveggio.
Mercoledì sera l'aula magna delle scuole, ancora una volta affollatissima, aveva invece ospitato la serata dedicata a Tomas Franchini, Matteo Faletti e Fabrizio Dellai, tre alpinisti trentini, che un anno fa hanno raggiunto la cima del Monte Edgar, a quota 6.618 metri, in Cina, battezzando nuove cime e aprendo nuove vie, in una terra che presenta ancora ampi spazi inesplorati. Oltre alle immagini, che hanno portato il pubblico in luoghi mai visti prima, sono state le loro testimonianze schiette e ironiche a offrire un valore aggiunto all'incontro.