Il vincitore, Muktar Edris, appena sceso dal podio, è felice per il successo, ma non sorpreso. «Ho capito che avrei potuto vincere il Giro Città di Trento dopo il quarto chilometro, - afferma - quando ho messo una buona distanza fra me e i due inseguitori, poi ho pensato solo ad amministrare questo margine senza strafare». Ti aspettavi di andare così forte? «Ho avuto buone sensazioni fin dalla partenza e se dovessi darmi un voto sarebbe un bell’otto». Il tempo ti soddisfa? «Confesso che non ci ho mai fatto caso durante la corsa, il mio obiettivo era vincere e non battere il record».
Andrea Lalli, quinto e primo degli italiani, incassa il premio Cosimo Caliandro e guarda già avanti. «Questa sera era difficile correre più veloce di così – afferma – anche perché ero reduce da una gara a Milano e una a Torino, una settimana molto dura. In ogni caso ora mi sto preparando per essere competitivo anche nella maratona e quindi valuto le mie prestazioni anche in quest’ottica». Poi aggiunge: «Nei giorni scorsi a chi mi chiedeva se avessi potuto battere Soi ho sempre risposto che non era possibile, invece me lo sono messo dietro e questo aumenta la mia soddisfazione».
Questa gara ti piace? «Non solo, ma mi ha sempre portato bene, visto che da quindi ho sempre preso la spinta per le campestri. Stavolta speriamo mi porti bene per le maratone».
Il trentino Nakagenet Crippa si è rivelato prezioso come traduttore di Muktar, ma si è reso protagonista anche di un’ottima gara. «Posso solo essere contento di questa esperienza, perché correre con i grandi è un onore per me, sogno di poter competere un giorno alla pari con loro». L’undicesima posizione ti soddisfa? «Sì, e anche il tempo non è male. Queste sono le prime sfide ad alto livello per me e ho bisogno di fare esperienza, spero di partecipare ad altri competizioni di questa levatura presto».
Meno felice suo fratello minore Yemaneberhan: «Ritirarsi è brutto, anche perché non mi era mai captato, ma sono partito troppo veloce e non sono riuscito a tenere il ritmo che mi ero importo. Questa per me era la prima partecipazione al Giro Città di Trento e quindi si tratta di un’esperienza che mi serve da lezione per la prossima edizione».
Giovanni Ruggiero ha scelto di chiudere la propria carriera sul rettifilo di via Belenzani. «Ero qui 22 anni fa ed è come se si fosse chiuso un cerchio. Se devo tracciare un bilancio della mia avventura sportiva, mi sento soddisfatto soprattutto per aver corso sempre in maniera pulita ed onesta, al di là dei risultati».