Da trapanese a trapanese. Lo scettro della «Coppa Città della Pace» cambia padrone, ma non si sposta di un chilometro, in termini geografici, dato che passa dalle mani di un cittadino di Campobello di Mazara, capitale italiana della regolarità, ad un altro. Da Mario Passanante ad Angelo Accardo. Se il successo del primo, un anno fa, andò ad premiare uno dei più titolati ed affermati regolaristi italiani degli ultimi vent'anni, quello del secondo, conquistato ieri a Riva del Garda, rappresenta una vera sorpresa, non tanto perché Accardo, in questa occasione affiancato da Filippo Becchina, non sia un pilota accreditato, quanto perché il binomio pilota – vettura è, anagraficamente parlando, particolarmente giovane. E se i 40 anni di chi è al volante valgono solo come un pur rilevante dato statistico, ai fini della classifica i 41 della sua Lancia Beta Montecarlo rappresentano invece un valore che fa notizia. In questa disciplina, infatti, ogni penalità viene moltiplicata per un coefficiente tanto più grande quanto più giovane è l’automobile e contro vetture del 1937, come le due Fiat 508 C dei lombardi Edoardo Bellini e Roberto Tiberti, secondi in classifica generale, e dei padovani Alberto e Giuseppe Scapolo, terzi sul podio, avere la meglio significa aver guidato ai limiti della perfezione. I due siciliani entrano quindi per la prima volta nel lungo albo d’oro della gara organizzata dalla scuderia Adige Sport, che da quest’anno ha spostato il proprio baricentro da Rovereto a Riva del Garda.
La 26ª edizione ha portato i 104 concorrenti verificati (su 109 iscritti), ansiosi di cominciare ancora una volta in Trentino il Campionato Italiano di Regolarità 2019, a muoversi sulle strade del Basso Sarca, della Valle dei Laghi e del Lomaso, con una puntata finale a Limone sul Garda. Questo è stato il terreno di caccia sul quale ieri Angelo Accardo e Filippo Becchina hanno costruito il proprio successo, divorando le proprie prede prova dopo prova. La prima classifica provvisoria, quella rilevata a Dasindo dopo la numero 31, li vedeva già da soli al comando con 105,02 penalità effettive, che sarebbero state appena 59 senza applicare i coefficienti, 23,63 in più rispetto a Passanante e Buccioni, 23,76 rispetto a Scapolo e Scapolo, 31,66 rispetto a Turelli e Turelli, tutte vetture di raggruppamento 2 o 3, rispetto alla Lancia Beta di gruppo 7 dei due trapanesi. Alla fine della galoppata Accardo e Becchina hanno vinto accusando 227,84 penalità, appena 6,43 in meno rispetto a Bellini e Tiberti e 31,09 in meno rispetto a Scapolo e Scapolo. Più compattati i concorrenti che completano la top ten della 26ª «Coppa Città della Pace», ovvero i varesini Roberto Crugnola e Marco Vida su Lancia Fulvia HF 1600 del 1971 (57,73 penalità di ritardo dai vincitori), i trapanesi Mario Passanante ed Elisa Buccioni su Fiat 1100 del 1955 (58,81), Salvatore Cusumano e Alberto Carrotta su A122 Abarth del 1974 (64,48), Andrea Belometti e Doriano Vavassori su Fiat 508 del 1932 (71,80), Massimo Zanasi e Riccardo Paruzza su A112 Elite del 1979 (96,15), Guido Barcella e Ombretta Ghidotti su A112 Abarth del 1979 (97,94) e Luca Patron e Maurizio Farsura su Renault Alpine del 1984.
Bellini e Tiberti hanno primeggiato nella classifica del 2° raggruppamento, Passanante e Buccioni nel 3°, Bisi e Cattivelli su Porsche 356 S90 del 1963 nel 4°, Crugnola e Vida nel 5°, Cusumano e Carrotta nel 6°, Accardo e Becchina nel 7°, Patron e Farsura nell’8° e Roversi e Bellini su Lania Thema 8,32 nel 9°. La classifica riservata alle vetture moderne, una novità del 2019 che ha esordito in questa gara con cinque concorrenti, arride ad Accardo e Messina su Dacia Sandero, mentre quella riservata agli equipaggi femminili premia Federica Bignetti e Luisa Ciatti su Alfa Romeo Spider del 1960. Infine, per quanto concerne le scuderie, ne esce vincitrice Franciacorta Motori, davanti a Classic Team e Scuderia Nettuno Bologna.
Il vincitore Angelo Accardo è ovviamente raggiante per il successo trentino. «Con il nostro coefficiente di 1,78 eravamo ben consapevoli che ottenere un tale risultato sarebbe stato quasi impossibile – afferma il driver trapanese – invece siamo riusciti ad imporci, sfruttando il fatto che la gara è stata a mio parere concepita in modo da esaltare le performance degli equipaggi, visto che vi sono state inserite tutte le tipologie di difficolta tecniche possibili in un tempo di appena 8 ore. Abbiamo capito che ce l'avremmo potuta fare solo al giro di boa (alla p.c. 31). Non temo smentite nel dire che il livello di difficoltà di questa edizione della Coppa della Pace sia stato tra i più selettivi dell'intero Cireas».
Edoardo Bellini, secondo classificato, si porta a casa con soddisfazione un bel secondo posto. «Si è trattato di una competizione molto divertente, – racconta – che ha presentato diverse novità rispetto alla edizioni passate. Indovinatissima la scelta di spostarsi sul Lago di Garda, che propone scorci molto suggestivi. Per quanto concerne le prove è stato compiuto un grande lavoro per posizionarle ed alcune erano ali limite per vetture come la nostra. Noi siamo partiti malino, ma poi abbiamo trovato il nostro ritmo e siamo contenti del risultato».