Risuona l’inno di Mameli al termine dello slalom speciale dei Campionati Mondiali Junior di sci alpino della Val di Fassa. A portare il tricolore sul tetto del mondo è stato il grande favorito della vigilia, Alex Vinatzer, che si è reso protagonista di due manche pressoché impeccabili, riscattando la doppia uscita di pista in cui era incappato nel team event e nello slalom speciale.
Il diciannovenne di Selva Gardena ha riportato l’Italia sul gradino più alto del podio dello slalom iridato juniores a distanza di vent’anni dall’ultima volta, ovvero dal successo di Max Blardone a Pra Loup nel 1999.
Vinatzer ha gestito al meglio la pressione e ha messo nero su bianco il pronostico della vigilia, che lo vedeva come il candidato numero 1 per la vittoria. Non solo ha vinto, ma lo ha fatto con grande autorità, con 1”38 di vantaggio sull’americano Benjamin Ritchie e 1”46 sul sempre più sorprendente belga Sam Maes, al secondo bronzo in due giorni dopo quello conquistato in gigante lunedì. Per l’Italia è così arrivata la seconda medaglia ai Mondiali fassani, la prima d’oro, dopo l’argento messo in bacheca dall’altro altoatesino Tobias Kastlunger nel gigante.
Vinatzer, già protagonista in Coppa del Mondo in stagione, era il più atteso tra i pretendenti alle medaglie. Tra il dire e il fare, però, c’erano due discese sul tecnico pendio della pista Aloch di Pozza di Fassa, preparata ad hoc dallo staff tecnico del comitato organizzatore presieduto da Davide Moser.
L’altoatesino, argento in slalom ai Mondiali Junior di Davos lo scorso anno, ha ipotecato la vittoria nella prima manche, partito con il pettorale numero 4 e capace di rifilare 1”13 di distacco all’americano Benjamin Ritchie e 1”25 al norvegese figlio d’arte Atle Lie McGrath, secondo e terzo a metà gara. Poco dietro il belga Sam Maes, che è riuscito a salire nuovamente sul podio grazie a una splendida seconda manche, mentre lo sciatore della Repubblica Ceca Jan Zabystran e lo svedese Carl Jonsson (pettorale numero 1 e due) hanno abbandonato la scena anzitempo.
Maes, sceso per quart’ultimo nella run per le medaglie, ha spento il sogno dell’austriaco Joshua Sturm, che ha recuperato ben 15 posizioni, chiudendo quarto a 1”77, con il norvegese Andreas Strand (28° al termine della prima discesa) sorprendente quinto a 1”88. Poi è toccato all’americano Benjamin Ritchie salire in cattedra, accomodatosi nel leader corner con un margine di 8 centesimi sul belga.
A quel punto, il numeroso pubblico che ha assiepato il parterre della Aloch si è concentrato sulla discesa del proprio beniamino, Vinatzer, spingendolo con un boato in crescendo verso la vittoria e il titolo. L’azzurro è riuscito a prendere un buon ritmo e a districarsi con abilità su una pista segnata dai passaggi precedenti ma che, al pari dei giorni scorsi, ha retto all’anomalo caldo degli ultimi giorni.
Vinatzer non solo ha vinto, ma nella seconda manche ha anche incrementato il vantaggio sulla seconda e la terza posizione, con Ritchie argento a 1”38 e Maes bronzo a 1”46.
Giornata agrodolce, invece, per il triestino Pietro Canzio, ottimo sesto a metà gara con il pettorale numero 18 e alla fine dodicesimo a meno di 30 centesimi dalla top 5. Percorso inverso per Matteo Franzoso, 23° a metà gara e alla fine 14° a 2”36, autore del sesto tempo parziale nella seconda discesa.
Il bilancio dello slalom è comunque più che positivo per l'Italia, con Vinatzer proiettato nell’Olimpo dello slalom mondiale e la Val di Fassa, centro ufficiale di allenamento della FISI dal 2006, a fargli da trampolino di lancio.
Alex Vinatzer (Italia, medaglia d’oro)
«Essere campione del mondo è bellissimo, sono soddisfatto della mia gara. Nella prima manche sono riuscito a sfruttare il buon numero di pettorale, mentre la seconda è stata più difficile, su un tracciato che presentava un fondo meno duro e qualche segno in più, come era normale che fosse. Proprio per quello, ho cercato di avere una sciata solida, quello che serviva per gestire il margine accumulato nella prima discesa. Dedico questa medaglia d’oro ai miei genitori, al mio allenatore Marco Senoner, a tutto lo staff della squadra e alle Fiamme Gialle, che mi supportano. Vincere un oro a un Mondiale junior è una bellissima sensazione. Dopo il bronzo nel team event ai Mondiali senior di Aare e dopo questa vittoria, non voglio mettermi troppe pressioni o aspettative. Voglio solo pensare a lavorare, con l’obiettivo per la prossima stagione di arrivare tra i primi 10 in slalom, perché no anche tra i primi 5. Qui in Val di Fassa il Team event e lo slalom gigante non erano andati come mi aspettavo. Sono riuscito comunque a concentrarmi sulla mia gara e a conquistare un successo che per me vale molto: si gareggiava in Italia e ci tenevo a vincere. Ringrazio anche il pubblico, che oggi era davvero numeroso. In questa stagione ho avuto un po’ di alti e bassi, ora dovrò cercare di avere più alti che bassi. Il mio hobby? Mi piace il ping pong, perché mi piace il ritmo e quel ritmo lo ho sentito bene nella prima manche. Nella seconda è stato un po’ più difficile, ma sono riuscito a centrare l’obiettivo»
Benjamin Ritchie (Stati Uniti, medaglia d’argento)
«Non posso dire di aver avuto aspettative di podio o meno, il mio unico obiettivo era quello di essere pronto a fare del mio meglio e credo di esserci riuscito. Posso dire che questa medaglia nasce dal Team Event, dove ho staccato il miglior tempo assoluto di run. La medaglia della scorsa settimana mi ha caricato ancora di più, ha caricato tutto il Team Usa, che grazie anche alle medaglie di River Radamus ha fatto un grande Mondiale. Per me è stata un’esperienza fantastica, in una località magnifica, ed essendo solo al primo mondiale ho ancora margine per crescere»
Sam Maes (Belgio, medaglia di bronzo)
«Due volte sul podio in due giorni, è fantastico. Se credevo in una medaglia in slalom? Certo, altrimenti non sarei nemmeno partito. Con la medaglia di bronzo in gigante mi sono scrollato di dosso tutte le pressioni. Ho pensato solo a spingere a tutta per ottenere il miglior risultato possibile ed è andata bene, benissimo. Vivo a Zell Am See, in Austria, dall’età di tre anni: i miei genitori possiedono un hotel ed è probabilmente per questo che scio. Non credo sia possibile altrimenti per un giovane belga essere uno sciatore di alto livello»
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