Maurizio Belli

Belli e Giovannini hanno raggiunto Beaver
Da lì dovranno coprire un breve tratto in aereo

La marcia di Maurizio Belli e Fulvio Giovannini sulle acque ghiacciate dello Yukon, in Alaska, cominciata il 23 febbraio dall'omonimo villaggio di Fort Yukon, li ha portati tre giorni fa a raggiungere quello di Beaver. Dopo undici giorni di cammino con la slitta al traino i due esploratori trentini hanno coperto 140 chilometri, tutti percorsi nel letto del fiume, mantenendo una media di circa 11 per giornata, salita a 16 negli ultimi tre giorni. Il bel tempo e le temperature non troppo rigide per quelle latitudini, ovvero fra il -25° e i -30°, sono stati buoni alleati di Maurizio e Fulvio, così come le piste lasciate dai cacciatori di lupi, seguendo le quali hanno potuto avanzare senza sprofondare nella neve fresca.
«Da mercoledì siamo a Beaver – racconta Maurizio – un piccolo villaggio indiano popolato da 69 abitanti, dieci dei quali sono bambini. Ad ospitarci per qualche giorno è la struttura del Council of Athabascan Tribal Governments. Poiché la traccia sulla neve fresca che abbiamo potuto sfruttare fino ad ora si interrompe qui, in un primo momento ci siamo posti il problema di trovare qualcuno in grado di aprircene una nuova lungo il percorso che ci porterà a Tanana, perché proseguire con la slitta al traino su uno strato di neve polverosa alto anche 50 cm è molto impegnativo e rallenta notevolmente l’andatura, dato che il peso la fa sprofondare. In zone più ventose dell’Alaska il manto bianco si compatta, qui invece rimane farinoso. I cacciatori e i pochi abitanti del villaggio non si spostano mai verso quella direzione, questo è il motivo per cui non ci sono tracce. Abbiamo trovato un ragazzo indiano del villaggio che si è reso disponibile ad aprirne una con la sua snowmachine e dopo aver atteso per un paio di giorni che l'aereo portasse il carburante necessario, Shaj è partito. Dopo poco, però, si è reso conto che sul fiume Yukon sono presenti numerosi punti nei quali il ghiaccio si è sciolto e al suo posto c'è l'acqua, quindi è troppo pericoloso usare la motoslitta. Abbiamo quindi dovuto modificare a malincuore il nostro programma e raggiungere Stevens Village con un trasferimento aereo invece che a piedi. Il clima e la natura dell'Alaska sono sempre imprevedibili».
Questi sono i primi passi della spedizione che conclude il progetto «Alaska 2018/2019 Ski Walking Winter Expedition», l'ultimo tassello di un puzzle che Maurizio ha cominciato a comporre nel lontano 1993, quando, da solo ed in sella ad una pionieristica mountain bike percorse nel nord dell’Alaska i 666 chilometri che dividono Livengood da Prudhoe Bay, un'impresa alla quale si sono poi aggiunte altre tre traversate nel Grande Nord del continente americano, sulle tracce del nonno.

Risorse aggiuntive:

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