Maurizio Belli

Maurizio Belli e Fulvio Giovannini ce l'hanno fatta
Il racconto della lunga traversata in Alaska

Quando nel primo pomeriggio di giovedì 18 aprile il loro localizzatore satellitare GPS ha registrato una delle ultime 2.376 posizioni tracciate nel corso della spedizione cominciata il 23 febbraio, Maurizio Belli e Fulvio Giovannini hanno potuto considerare conclusa la propria avventura. Sono serviti 55 giorni, ai due esploratori trentini, per portare a termine con successo l’«Alaska Ski Walking Winter Expedition», ma prima di cominciare a camminare erano serviti due anni di lavoro per organizzare la spedizione, trovare le risorse, i partner giusti e per dotarsi del materiale necessario, ma soprattutto per avere fra le mani quell’originalissima slitta adattabile con le ruote, senza la quale mai sarebbero riusciti nell’impresa di attraversare per 1.100 chilometri l’Alaska in inverno.
Il principale ostacolo incontrato durante il percorso si è rivelato l’imprevedibilità del clima. L’avanzato stato di scioglimento delle nevi invernali e del ghiaccio sui fiumi hanno costretto i due a imprevedibili cambi di percorso e di assetto della slitta. L’’ultima delle cinque spedizioni organizzate da Maurizio nel progetto «TransCanada Alaska», ha quindi dovuto fare i conti, come mai prima, con gli effetti del tanto attuale problema del rialzo delle temperature e dei cambiamenti climatici.
La traversata, come accennato, è iniziata nel villaggio indiano di Fort Yukon il 23 febbraio. Il primo target è stato il villaggio di Beaver, raggiunto dopo undici giorni di marcia coprendo 140 chilometri, tutti percorsi nel letto del fiume Yukon ghiacciato con temperature di oltre 30 gradi sotto lo zero. Poi si sono presentati i primi problemi e la necessità di modificare i programmi, dato che non era più possibile proseguire, poiché nessuna motoslitta avrebbe potuto aprire una nuova traccia a causa delle zone di acqua aperta e dell’assottigliarsi dello strato di ghiaccio nel letto del fiume. Così Maurizio e Fulvio hanno deciso di raggiungere il villaggio di Stevens Village con un trasferimento aereo per poi proseguire nuovamente con gli sci fino al ponte sul fiume Yukon.
Il 31 marzo, dopo oltre un mese dalla partenza da Fort Yukon, i due hanno raggiunto il villaggio di Nenana. Dopo aver abbandonando il letto del fiume allo Yukon River Bridge hanno camminato sulle pericolose vie di comunicazione più a nord dell’Alaska, percorrendo la Dalton Highway, la mitica strada di ghiaccio utilizzata dai grossi camion che compare nella trasmissione televisiva “Life below zero”, e poi la Elliot Highway fino alle Manley Hot Springs e da lì i due hanno riconvertito il carro in slitta per muoversi con gli sci nel “land” fino, appunto, a Nenana. Dopo aver fatto rifornimento, il primo di aprile Maurizio e Fulvio sono ripartiti alla volta di Anchorage, un lungo percorso di 500 chilometri sulla George Parks Highway, il cui fondo stradale aveva già perduto ogni traccia della neve e del ghiaccio invernale. La distanza da coprire fino al primo luogo abitato, Healy, era di oltre 90 chilometri, raggiunto in tre giorni. Dopo una notte trascorsa ospiti di Lauren e Alex e dopo aver visitato la miniera di carbone più grande dell’Alaska guidati da quest’ultimo, si sono incamminati alla volta di Denali, circa 16 chilometri percorsi in poche ore. Il Parco Nazionale del Denali comprende oltre 24.280 km² di landa selvaggia, il monte omonimo con i suoi 6.190 metri di altezza è la vetta più alta degli USA.
Proprio la totale assenza di neve sul percorso e la conseguente, non prevedibile, dotazione di calzature adatte è stata un’altra difficoltà da dover superare, infatti Maurizio ha dovuto fare i conti con il dolore per le vesciche ai piedi e un’infiammazione tibiale sorta nel corso della marcia.
Dopo aver raggiunto Cantwell, sono partiti alla volta di Trapper Creek, un lungo tratto di circa 150 chilometri senza punti di appoggio, superando il vicino bivio che porta al pittoresco villaggio di Talketna, punto di partenza per le spedizioni che salgono il monte Denali. Da qui in poi la strada ha cominciato a mostrarsi più frequentata e, superate Willow e la cittadina di Wassilla, il 17 aprile sono arrivati alla periferia di Anchorage. La mattina del giorno dopo hanno incontrato i bambini della Wonder Park Elementary School, dove hanno lasciato alcuni gadget del Trentino con un ricordo della Val di Fiemme e dell’Istituto di Istruzione la Rosa Bianca di Cavalese. In città hanno incontrato il sindaco di Anchorage e gli hanno consegnato una targa in ricordo dell’avventura ricevuta dalle mani del sindaco di Trento Alessandro Andreatta prima della partenza. Va ricordato che sulla George Parks Highway Maurizio e Fulvio sono riusciti a tenere una media di 29,5 chilometri al giorno, con punte di 40.
Questa spedizione ha dunque completato il progetto che Maurizio Belli ha cominciato a costruire nel lontano 1992. Un lungo e affascinante percorso di oltre 4.000 miglia attraverso il Canada e l’Alaska sulle orme del nonno e degli emigranti trentini che si recarono ad inizio Novecento nel Grande Nord alla ricerca dell’oro.


Maurizio Belli