Il vincitore della 21ª Val di Fassa Running, Celestin Nihorimbere, non può che sorridere anche questa volta. «Sapevo che l’ultima tappa era la più dura, ho sofferto tantissimo e ho rischiato di perdere la vetta della classifica. – afferma – Chiudere con due soli secondi di vantaggio è qualcosa di incredibile, d’altronde Simone è andato forte e io, pur dando tutto, ho fatto tanta fatica. Comunque una bellissima manifestazione, che non si dimentica facilmente».
Simone Peyracchia mastica ovviamente amaro: «Dopo un esito come questo rimane tanto amaro in bocca, – dice – che a caldo mi impedisce di godermi come dovrei questo secondo posto finale. L’unica consolazione sta nel fatto che sono consapevole di aver dato il 110 per cento e quindi di non potermi rimproverare nulla. Appena arrivato ho cominciato a contare i secondi, che passavano lentissimi, e mi sono accorto subito che Celestin ce l’aveva fatta di un soffio, avevo gli occhi lucidi per la delusione. Detto questo, la Val di Fassa Running è davvero una competizione bellissima, che tutti dovrebbero affrontare almeno una volta nella vita».
Moreno Dalmasso si gode invece il terzo posto finale: «Mi sono presentato al via dell’ultima tappa con 35 secondi di ritardo su Mauro Previtali, sapevo che giocandomi bene le mie carte avrei potuto superarlo e così ho attaccato fin dall’inizio, trovando il passo migliore negli ultimi tre chilometri. Sono davvero soddisfatto di questo bronzo».
Stefano Anesi, il vincitore di giornata, commenta così il proprio blitz fassano: «Sono venuto per vincere la tappa ed anche per utilizzare questo percorso al fine di allenarmi in vista della prima tappa del Campionato Italiano, il cui tracciato ha caratteristiche simili. Ho preso subito il largo grazie ad una prima parte di tracciato corribile e poi ho stretto i denti. Il caldo è stato un avversario in più, per tutti».
Anche Franco Torresani ha preso parte solo all’ultima tappa e anche lui ha chiuso sul podio di giornata. «A 57 anni competere con i migliori è motivo di grande soddisfazione per me, – dice – fra il resto ero anche riuscito a superare Simone, ma poi ho pensato di rimanere con lui per aiutarlo a vincere la competizione, ma non ce l’ha fatta. L'avevo consigliato di non forzare troppo nell'unica discesa altrimenti si imballavano le gambe. Se mi avesse ascoltato magari avrebbe vinto».
L’etiope Addisalem Belay non ha incontrato difficoltà a imporsi anche in questa tappa finale, da vera dominatrice: «Me la sono goduta dall’inizio alla fine questa frazione conclusiva. Per chi come me ama correre in montagna, poterlo fare in questi scenari è il massimo che si possa chiedere. Mi è piaciuta la verticalità di questo percorso, la brezza fresca che ci siamo guadagnati man mano che salivamo di quota e ovviamente il successo finale».
Eliana Patelli è raggiante per il secondo posto finale. «La mia è stata una Val di Fassa Running in crescendo. Non sono abituata ad affrontare questo tipo di gare e nei primi giorni ho fatto molta fatica, ma poi ho trovato il mio passo e oggi ho dato il meglio. Ho scoperto degli scenari naturali fantastici e credo che torneò con calma per godermeli di più. Il primo posto era obiettivamente fuori portata, Addisalem è un’atleta di caratura internazionale e sulle salite ha una marcia in più».
Infine la veterana Ana Nanu fa i complimenti a tutti: A chi mi ha preceduto in classifica e a chi organizza da tanti anni questa gara, alla quale sono a dir poco affezionata dopo 13 partecipazioni. Per me è come tornare in famiglia quando arrivo qui in estate… Il terzo posto va benissimo, alla mia età è un ottimo risultato».
In chiusura non manca il commento del presidente del Comitato Organizzatore Adriano Mich: «Non è stata un'edizione facile. Lo scorso settembre avevamo già individuato i percorsi delle 5 tappe, poi è arrivata la tempesta Vaia e solo a tarda primavera siamo riusciti a programmare i 5 itinerari, grazie ad uno straordinario lavoro di squadra del nostro gruppo. Nei giorni di gara è andato tutto alla perfezione, dal tempo, all'organizzazione, alla partecipazione sempre di quantità e quest'anno anche di grande qualità».