Dolomyths Run

Le interviste ai protagonisti del Vertical Kilometer
Domenica per Magnini e Bonnet sarà rivincita

Davide Magnini si gode il secondo successo consecutivo nel vertical fassano e racconta così la propria gara: «In occasione della distribuzione dei pettorali avevo azzardato che avrei dovuto guardarmi soprattutto da Remi e così è stato. – afferma – È stata una bella sfida in famiglia all’interno del team Salomon, che ho vinto anche grazie al fatto di essere partito subito dopo di lui. Ho cercato di tenerlo a vista fino alla forcella, poi nell’ultimo tratto ho spinto al massimo per avere la meglio. Di sicuro questa nuova modalità di partenza scaglionata cambia un po’ le tattiche di gara e non è adatta per battere i record. Il tempone secondo me si può realizzare solo con la mass start».
Adesso avete due giorni di tempo per recuperare le energie… «Speriamo che bastino. Domenica dovrò battermi con un lotto di concorrenti ancora più agguerrito, come è giusto che accada nelle sfide della Gold Series, ma sarà una gara bellissima da affrontare».
L’amico svizzero Remi Bonnet racconta così la propria prova: «Non è facile correre senza riferimenti precisi e con un avversario forte come Davide alla calcagna. Non avevo punti di riferimento e quindi ho pensato solo a dare tutto quello che avevo per arrivare al traguardo più velocemente possibile, ma non è bastato per vincere. Posso solo fare i complimenti al mio compagno di squadra e pensare a come rifarmi, magari già domenica prossima nella skyrace, quando entrambi troveremo anche altri avversari di altissimo livello. Sarà un appuntamento esaltante».
Hannes Perkmann, terzo classificato, non ha rimpianti: «Salire sul podio è stata una gioia per me, anche perché quando sono arrivato al traguardo mi avevano comunicato che il mio era il quarto tempo, un’informazione che è stata corretta solo in seguito. Questa è una gara molto dura, forse la più dura fra quelle esistenti, ma è un appuntamento al quale non manco da cinque anni, perché ormai per me è un must. Davide e Remi erano fuori dalla mia portata, quindi archivio con grande soddisfazione la giornata, anche per le buone sensazioni avvertite mentre correvo».
Victoria Kreuzer vanta un feeling particolare con il Vertical Crepa Neigra, come dimostrano i suoi due successi consecutivi. «Quando sono arrivata a Canazei ieri sera non sapevo nemmeno chi avrei trovato al mio fianco sulla linea di partenza, quindi fino al momento dello start non mi ero potuta fare un’idea delle possibilità che avevo di vincere. Durante la gara mi sono sempre sentita bene e ho capito in fretta che avrei potuto tornare al successo. Questa è in assoluto la mia competizione preferita, come ho detto questa mattina ai miei genitori che mi hanno accompagnato in Val di Fassa, per le caratteristiche del tracciato, che mi si addicono, per i panorami che regala questa valle, in particolare quando si arriva in cima alla Crepa Neigra, e anche per la cordialità delle persone. Aggiungo solo che il mio tempo di oggi non è il mio migliore, ma sono reduce da una gara in Val Gardena e quando si affrontano due sforzi così in una settimana è difficile ottenere il massimo».
Valentina Belotti vanta uno score simile a quello Victoria: «Due partecipazioni due secondi posti. - puntualizza – E va bene così perché la Kreuzer oggi è andata troppo forte per me. L’unico errore che mi posso attribuire è quello di non aver usato i bastoncini, esattamente come era successo nel 2016 e avrei dovuto imparare la lezione. Il problema è che dovrei anche imparare ad usarli, per questo l’anno prossimo mi ritaglierò il tempo per dedicare a questo aspetto qualche allenamento specifico prima di questa gara. In ogni caso oggi non sarebbe cambiato nulla in classifica. Il tracciato è veramente duro, soprattutto la parte finale, ma è ciò che rende prestigiosa questa sfida».
Susanna Saapunki spiega così la propria prestazione: «Sono contenta della terza piazza, perché in questo periodo mi sto allenando duramente e quindi non sono particolarmente brillante. Questa è una gara dura come poche altre al mondo, mi piace molto per la sua selettività».


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