Dolomyths Run

Le interviste realizzate dopo la gara dei record
Magnini si gode il doppio successo fassano

Il trionfatore di giornata, il solandro Davide Magnini, commenta così il proprio fantastico successo: «È stato bellissimo arrivare qui in piazza a Canazei a braccia alzate fra due ali di pubblico festante. Sono emozioni difficili da descrivere, che ho sognato di vivere fin da quando sono arrivato secondo due anni fa. Questa è una gara mitica e vincerla ha un sapore del tutto speciale, se poi penso al fatto che ho vinto anche il Vertical di venerdì la gioia diventa ancora più grande».
Che tattica hai adottato? «Ho giocato le mie carte in salita, cercando di acquistare un po’ di vantaggio, che sono riuscito a conservare fino alla fine. Su questo percorso non puoi mai essere certo del successo fino a quando non arrivi in fondo, perché la discesa può fare la differenza: la prima parte, dopo il Piz Boe, è più tecnica, nella seconda invece devi dare tutto quello che hai senza risparmiarti».
Adesso il tuo obiettivo potrebbe diventare quello di battere il record di Kilian… «Per quel tipo di risultato secondo me serve qualcosa in più, non è così alla portata come sembra, ma nel giro di qualche anno mi piacerebbe riuscire ad abbatterlo».
Il valdostano Nadir Maguet festeggia il secondo podio consecutivo a Canazei. «L’anno scorso terzo, stavolta secondo, speriamo di poter continuare il trend il prossimo anno» si augura, mentre medita sulla propria prestazione. «Credo di essermi gestito bene, considerando il mio stato di forma attuale e sono soddisfatto per come è andata. Tanti si pongono l’obiettivo di vincere, ma poi è solo uno a farcela. Davide ha forzato moltissimo nella prima parte della gara, acquistando un bel vantaggio, ad inseguire eravamo in sei, tutti attaccati. Appena è cominciata la discesa io e Elhousine siamo riusciti a staccarci e alla fine abbiamo deciso di arrivare insieme senza dare vita alla volata, dato che il quarto era a distanza di sicurezza. Un’edizione con un roster di concorrenti eccezionale, ad ogni modo».
Alla fine tu ed Elazzaoui vi siete abbracciati, come è nato questo feeling? «Ci siamo conosciuti solo ieri a pranzo e, siccome era alla sua prima Skyrace qui a Canazei, gli ho spiegato nel dettaglio come affrontare il percorso, riuscendoci bene, evidentemente...».
Il marocchino racconta così la propria prestazione: «Questo terzo posto è una vera sorpresa per me, perché al Vertical mi ero piazzato sesto e non ero soddisfatto né del piazzamento né della mia condizione. Ho deciso di fare la corsa insieme a Nadir, non conoscendo affatto il tracciato, e insieme, arrivati al Piz Boè, abbiamo deciso di aiutarci ed attaccare, giungendo in fondo appaiati. Io sono berbero, vivo nel deserto e sono abituato temperature molto più alte, per cui per me è molto difficile gareggiare con questo freddo, ma il prestigio della DoloMyths Run è tale che quando si corre si dimentica tutto. Ci riproverò l’anno prossimo».
Una delle sorprese di giornata è stato senza dubbio il peruviano Josè Manuel Quispe Mallma, giunto ottavo, che poteva contare su un tifo da stadio in piazza Marconi. «Innanzitutto desidero ringraziare gli organizzatori di questo evento, che mi hanno inviato e si sono adoperati per farmi partecipare, in secondo luogo sono grato ai miei compaesani, che mi hanno seguito fino a qui per il supporto che mi hanno dato. Mi sono sentito come se rappresentassi un intero popolo. In quanto alla gara, fino al termine della salita ho sognato un piazzamento sul podio, che poi però è sfumato. Ma questo non intacca la soddisfazione per essere qui».

La vincitrice Judith Wider racconta così la propria prestazione: «Sapevo di dovermi confrontare con avversarie molto forti, – spiega la svizzera – per questo ho deciso di risparmiare un po’ le energie in salita per poi giocami tutte le carte in discesa, dove so di poter andare forte. Così ho dato tutto nella seconda parte, al punto che ho anche fissato il nuovo record. Una giornata memorabile in una gara dura, ma che sa regalare grandi emozioni anche grazie allo scenario naturale».
La seconda classificata, Ruth Charlotte Croft, si tiene stretta il secondo posto: «Preferisco le competizioni più lunghe e più agevoli da correre – spiega – quindi la seconda piazza in una sfida così tecnica mi soddisfa. Ho cercato di dare il massimo in salita, perché sapevo che avrei perso qualcosa nella seconda metà: arrivare lassù e dominare il panorama dal Piz Boé è stato meraviglioso. Poi sono riuscito a superare Maude e non potevo sperare di più».
La stessa Maude Mathys è invece ovviamente un po’ delusa. «Sono arrivata per prima in cima, sfruttando la sezione più dura del tracciato, che mi è piaciuta moltissimo, e ho sperato di poter conservare quella posizione fino alla fine, – dice – ma nella discesa Judith è andata fortissima. Non so nemmeno dove mi abbia superata, ma poi non sono più riuscita a riagganciarla. Mi dispiace un po’ per questo finale, ma ci riproverò l’anno prossimo».
Elisa Desco, quinta assoluta e prima delle italiane, non è pienamente soddisfatta della propria prova. «Da una settimana non avverto buone sensazioni ed anche oggi non mi sentivo particolarmente in forma. Ho fatto fatica fin dall’inizio, ma ho stretto i denti per arrivare in fondo e portarmi a casa questo quinto posto. Le prime, ad ogni modo, sono andate molto forte e anche in condizioni ideali difficilmente sarei potuta andare oltre la quarta piazza. Nella mia carriera qui ho conquistato un secondo e un terzo posto, mi piacerebbe ripetere questi risultati, anche se gli anni passano».

Diego Salvador, presidente del comitato organizzatore, non può che essere soddisfatto di questa edizione del «DoloMyths Run». «Ogni anno nuovi atleti si affacciano a questa disciplina – osserva – e ogni anno nuovi top runner partecipano alla nostra skyrace. Questo è per noi motivo di grande soddisfazione, così come questi tempi sempre più bassi, un indicatore preciso di come si alzi costantemente l’asticella. E poi c’è la gara per aggiudicarsi un pettorale. Dietro a questa manifestazione c’è il lavoro di un comitato, all’opera per un intero anno, e di tantissimi volontari, che nei giorni in cui si gareggia si occupano di tantissimi aspetti indispensabili. Chiudo ricordando che la diretta streaming è stata seguita da 100.000 persone, un altro dato molto interessante».
Gli fa eco Ivano Ploner, addetto al percorso: «Noi cerchiamo di dare sempre il massimo – ricorda – e trovare questo consenso da parte degli atleti e del pubblico ci regala tanta soddisfazione. Quest’anno siamo riusciti a proporre il percorso originale, che propone una lunga salita e una lunga discesa, una semplicità apprezzata molto dai concorrenti».


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