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La regina ha incantato Mese Montagna. Una serata suggestiva quella andata in scena ieri sera presso il Teatro Valle dei Laghi di Vezzano e dedicata ad una delle pareti maggiormente ricca di storia delle Dolomiti, la sud della Marmolada e in particolar modo incentrata sulla “Via attraverso il pesce”, raccontata dai suoi due primatisti che hanno legato indissolubilmente il loro nome a questa montagna, ovvero lo slovacco Igor Koller (il primo a realizzarla) e all’austriaco Hansjörg Auer che invece la concluse addirittura in free.
Due straordinarie storie, in epoche diverse, ma con un comune denominatore: la straordinaria verticalità con ben 900 metri di sviluppo e un grado che raggiunge il 7b+.
Koller, che creò questa via nell’agosto del 1981 in coppia con Jindrich Sustr, ha simpaticamente raccontato il fascino che inizialmente gli aveva trasmesso questo tracciato e in particolar modo la spettacolare nicchia in centro alla placca dalla forma rassomigliante ad una balena, da cui prese poi spunto la denominazione. L’alpinista slovacco ha fatto sorridere il pubblico in particolar modo per l’esposizione del materiale da lui utilizzato per questa impresa, decisamente spartano ed elementare, che valorizza ulteriormente quando fatto assieme al suo giovanissimo compagno di allora Sustr, che ha definito «un autentico fuoriclasse».
Trentatrè anni fa i due slovacchi usarono 65 chiodi, oltre a stopper, hexentric, friend e due piccoli cliff-hanger o skyhook, dei piccoli ganci. Impiegarono 35 ore ad arrivare in cima.
Dal 1981 la «Via attraverso il pesce» diventa fra le più difficili in assoluto ed è il sogno di tanti alpinisti, come per Bruno Pederiva, presente pure lui alla serata, che ha raccontato la ripetizione assieme a Heinz Mariacher, "Maurizio Zanolla Manolo" e Luisa Jovane. Nel 1990 la realizzò in solitaria pure Maurizio Giordani e nel 2007 un giovanissimo e sconosciuto austriaco: Hansjörg Auer. A soli 23 anni, dopo dopo una perlustrazione della via con la corda dall'alto effettuata il 28 aprile 2007, il 29 aprile 2007 sale la leggendaria via in poco meno di 3 ore, senza corda, soltanto con scarpette, sacchetto della magnesite, una giacca leggera e un casco. Parte alle 9.00 e raggiunge la cima alle 11.55. La prima in arrampicata free in solitaria. Un’impresa straordinaria, che fu testimoniata grazie alla presenza di una cordata che nello stesso momento stava affrontando la via Don Quixote. Una giornata che cambiò la vita di Auer. «Ho mandato un sms a mia madre prima di partire e un selfie appena giunto in vetta».
Una montagna e una parete che identifica e lega profondamente l’alpinista austriaco alle Dolomiti, tant’è che negli anni successivi si è cimentato in altre imprese, anche con il fratello Vitus. Sempre Hansjörg, assieme al connazionale Much Mayr, nel 2012 hanno poi compiuto la prima libera di L'Ultimo dei Paracadutisti (8b+, 750m), la super via aperta da Mariano Frizzera, Paolo Leoni e Graziano Maffei sulla parete sud della Marmolada. E proprio Mariano e Paolo hanno animato il palco nella parte finale, raccontando simpaticamente la loro prima.
Per Koller e Auer la serata si è conclusa con un grazie al Comitato Organizzatore presieduto da Gianni Bressan e, soprattutto, alla Marmolada, la montagna che li ha resi celebri.
Venerdì sera alle 20.30, sempre al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano è prevista la gran chiusura della nona edizione di Mese Montagna con la presenza di Krzysztof Wielicki. L’alpinistica polacco è il quinto uomo ad aver scalato tutti i 14 ottomila, ma in modo decisamente particolare, ovvero in invernale e in solitaria, oppure lungo nuovi itinerari, realizzando spesso record di velocità. In abbinata con la serata è previsto anche un momento di solidarietà, rispettando la filosofia di questa rassegna. Parte dell’incasso (costo ingresso 3 euro) verrà devoluto all’Associazione Ciao – Namasè costituita dall’alpinista Mario Corradini, lui stesso presente per presentare i propri progetti in Nepal e in altre parti del mondo.