Le interviste realizzate dopo la gara sprint 

ROBERT ANTONIOLI (vincitore seniior maschile): «Di solito in queste sfide si decide quasi tutto nel cambio pelli e anche stavolta è stato così, infatti sono stato il più veloce e questo ha pagato. Si deve andare a tutto gas per quattro minuti e a me piace molto, poi la sfida con i miei compagni di squadra Boscacci e Tiraboschi è stata davvero divertente. Ci siamo anche goduti un bellissimo tramonto nelle qualifiche del pomeriggio».

MARTINA VALMASSOI (vincitrice senior femminile): «Mi sento molto bene e il successo ne è la conseguenza. La mia fortuna, questa sera, è stata quella di aver evitato errori nei cambi, perché Elena (seconda, ndr) in discesa va sempre più veloce di me. Questo tipo di gare è un divertente diversivo alle classiche e il successo di oggi mi permette di affrontare le sfide dei prossimi giorni senza particolare pressione addosso».

ELENA NICOLINI (seconda senior femminile): «Mi piacciono le sprint, anche in Coppa del Mondo mi danno sempre delle soddisfazioni. Archivio il secondo posto con il sorriso, perché vengo da un anno in cui non sono stata bene, ma se avessi avuto un altro mese di tempo secondo me avrei potuto fare ancora meglio. Oggi sono rimasta davanti fino a metà gara, poi ho perso qualcosa nel pezzo a piedi, che in discesa non ho recuperato».

LUCA FAIFER (vincitore espoir maschile): «Mi sono allenato bene tutta l’estate e sapevo di avere i mezzi per vincere questa gara, anche se in tempi così brevi può succedere di tutto. Credo di aver fatto la differenza nei cambi. In quanto alla formula mi piace moltissimo, soprattutto perché… ho vinto! Nonostante il gelo, che nella finale a sei ci ha dato filo da torcere».

FEDERICO NICOLINI (secondo espoir maschile): «Un secondo posto che mi soddisfa appieno, questo, considerando che siamo ad inizio stagione e nessuno è al cento per cento. Per fortuna una gara così corta si può affrontare anche se non si è a massimo. In verità ho trovato non poche difficoltà nella discesa al buio».

ALESSANDRA CAZZANELLI (vincitrice espoir femminile): «La vittoria fa sempre piacere, anche perché oggi ho fatto tanta fatica e, soprattutto, ho incontrato enormi difficoltà in discesa nel capire dove fosse il tracciato, dato che era buio. Non vedevo nulla e inoltre il freddo era davvero pungente».

DAVIDE MAGNINI (vincitore junior maschile): «La nostra gara è stata molto equilibrata, non sono mai riuscito a staccare Nicolò. Al primo cambio lui è arrivato per primo, ma ha perso più tempo per togliere gli sci, al secondo abbiamo pasticciato entrambi, ma quel poco di vantaggio che sono riuscito a conservare è stato decisivo. Il successo era un mio obiettivo, ma nelle sprint non si sa mai cosa può succedere, anche perché presentarsi al via caldi non è per niente facile in queste condizioni climatiche».

GIULIA COMPAGNONI (vincitrice junior femminile): «Sono davvero sorpresa di questa vittoria, perché non mi sentivo assolutamente in forma, al punto che temevo di non riuscire nemmeno a qualificarmi per la finale. Una gara così veloce non mi piace, perché se si sbaglia qualcuna nei cambi si rischia di buttare vita tutto e poi oggi un avversario in più è stato rappresentato dal gran freddo».

ANDREA PRANDI (vincitore cadetti maschile): «È stata una gara bellissima, nonostante abbia fatto fatica quando ho dovuto rimettere gli sci. Tutto si è svolto in un tempo brevissimo, ma è una formula divertente».

GIULIA MURADA (vincitrice cadetti femminile): «Per me questa è stata una bella esperienza, perché non avevo mai partecipato a questo tipo di gare. Fra l’altro in estate non mi sono allenata molto e quindi questo titolo italiano arriva abbastanza inatteso. La difficoltà maggiore? Partire subito veloci, non ci sono abituata». 

FABIO URBANETTO (vincitore master maschile): «In questo tipo di sfide non c’è tempo per pensare, è una formula che comunque mi piace moltissimo e secondo me in futuro potrebbe attrarre  tanti appassionati. Servirebbe una preparazione specifica, che nessuno affronta, essendo tutti gli atleti concentrati sulle gare lunghe. La differenza l’ho fatta nel primo pezzo, dove abbiamo trovato le inversioni, perché poi sui cambi pelle ho sempre perso qualcosa su Fognini».

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