«Siamo partiti con l’idea di impostare il nostro ritmo e fare la differenza fin da subito, cosa che ci è riuscita molto bene, – dice William Bon Mardion – in questo modo abbiamo poi potuto correre come volevamo, senza doverci preoccupare troppo degli inseguitori. A rendere piacevole questa giornata, oltre al nostro successo, anche la qualità del percorso, che gli organizzatori hanno allestito al meglio».
«Siamo partiti forte, con ottime sensazioni, – dice Jakob Herrmann – grazie al ritmo imposto da William siamo riusciti a staccarci subito e a impedire agli avversari di avvicinarsi a noi. A me è bastato tenere il suo passo, gareggiare con lui è davvero molto bello. L’organizzazione della gara è stata impeccabile ed anche il nuovo tracciato è molto gradevole, anche se quello tradizionale lo trovo più affascinante».
«Siamo veramente contenti di questa seconda piazza, – dice Martin Anthamatten – perché si tratta di una gara dura nella quale abbiamo dato tutto. La condizioni erano ideali per sciare bene e divertirsi, quindi la giornata è stata perfetta. Siamo rimasti in terza o addirittura quarta piazza fino alla lunga ascesa verso Passo Presena, quando siamo riusciti a portarci al secondo posto, che poi abbiamo amministrato».
«Forse avremmo potuto anche correre un po’ di più, – conferma il compagno Werner Marti – ma di sicuro non avevamo alcuna chance di raggiungere William e Jakob, quindi non avrebbe avuto senso forzare troppo».
«Ci dispiace un po’ per aver mancato il podio, – confessa Federico Nicolini – perché fino alla penultima salita, quella del Cantiere, eravamo molto vicini ai secondi e ai terzi, ma poi abbiamo accusato un po’ di crampi e abbiamo dovuto abbassare il ritmo. Con concorrenti di questo livello il quarto posto è comunque ben accetto».
«È stata una bella esperienza per noi, – dice il suo compagno Andrea Prandi – anche perché in questo periodo di gare lunghe ne vengono organizzate pochissime. Nella seconda parte del percorso abbiamo accusato delle piccole crisi di crampi e ci siamo detti che valeva la pena pensare solo ad arrivare al traguardo».
«Per noi è stata una giornata molto faticosa, – spiega Giulia Murada – ma sono contenta perché siamo riuscite a fare squadra senza alcun tipo di preparazione. Sapevamo che le nostre avversarie più pericolose erano Bonnel e Jagercikova, per questo, anche grazie al ritmo impostato da Giulia, abbiamo cercato di staccarle già sulla prima salita, riuscendoci, poi abbiamo conservato il vantaggio. Sono contenta anche di aver preso parte a questa gara che mi ha dato l’opportunità di chiudere alla grande la stagione».
«Finalmente ho vinto qualcosa anch’io, – sottolinea Giulia Compagnoni – iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro di questa gara è in sogno di ogni atleta. Gestire così tanti chilometri non è facile, soprattutto di testa, inoltre in discesa ho un po’ rallentato la squadra, dato che non è il mio forte, ma Giulia è stata paziente».
«Devo confessare che prima della partenza avvertivo grande tensione, – dice Bianca Balzarini – perché questa è una sfida molto impegnativa, ma alla fine è andato tutto bene anche grazie all’esperienza della mia compagna. Siamo rimaste terze per tutto il percorso, le prime due coppie le abbiamo perse di vista abbastanza presto, quindi abbiamo preferito gestire le energie, perché non è la solita Adamello Ski Raid, ma è comunque tosta».
«Ci siamo impegnate moltissimo per ottenere questo terzo posto – dice Corinna Ghirardi – e per non abbassare mai il ritmo, una volta trovato quello giusto per noi. Non siamo partite spingendo troppo, perché su un percorso così lungo c’è tempo per recuperare ed era importante non andare incontro a cedimenti. Chiudo facendo i complimenti al nostro sci club, che con grande tenacia è riuscito ad organizzare questa edizione dell’Adamello Ski Raid. Ci rivedremo sicuramente nel 2023».
«Da tre anni lavoravamo per organizzare questa edizione dell'Adamello Ski Raid - afferma il presidente del comitato organizzatore Alessandro Mottinelli - e finalmente ce l'abbiamo fatta. Si tratta dell'inizio di un percorso che ci piacerebbe concludere organizzando le gare olimpiche di scialpinismo nel 2026. Abbiamo incontrato molte difficoltà, su tutte quelle poste dal Covid e dal meteo, ma si è trattato di una bella edizione. In quanto al percorso alternativo è piaciuto moltissimo, ma nel 2023 torneremo a quello originale, perché tutto il mondo deve vedere le nostre montagne».