La DoloMyths Run Skyrace si decide in discesa
Trionfano Stian Angermund e Judith Wyder

Ancora una volta è stata la seconda parte tutta in discesa, che i top runner percorrono a rotta di collo, a decidere la DoloMyths Run Skyrace, atto conclusivo della tre giorni di corsa in quota organizzata in Val di Fassa (Trentino), gara valida quale terza prova delle Golden Trail World Series, il più importante circuito internazionale di questa disciplina estrema, con al via 800 atleti di 47 diverse nazioni. Sul traguardo di Canazei, dopo aver affrontato un percorso leggermente modificato in virtù dell'eliminazione del passaggio al Piz Boè a causa della fitta nebbia, a trionfare sono stati il norvegese Stian Angermund e la svizzera Judith Wyder.
Per i due campioni si è trattato del secondo successo in ventitreé edizioni di questa gara, una delle più affascinanti al mondo, che è andata in scena dopo lo stop dello scorso anno causa emergenza sanitaria e con un numero di partecipanti contingentato.
Un percorso suggestivo, immerso nelle candide rocce delle Dolomiti fassane, che ha avuto uno sviluppo di 21 km e un dislivello positivo di 1.570 metri, altrettanti in discesa, con i passaggi più elevati prima a quota 2829 di Forcella Pordoi, quindi ai 3000 metri ai piedi del Piz Boé.
Sia il norvegese Stian Angermund sia la svizzera Judith Wyder dopo aver raggiunto il Gran Premio della Montagna subito dietro agli esperti runner della salita, si sono letteralmetne scatenati per rincorrere gli avversari agguerritissimi nell'interminabile discesa della Val Lasties, fino a quando gli oltre ottocento runner iscritti hanno dovuto sfidare la gravità sui prati e sui dislivelli dolomitici, ma poi inarrivabili nella parte da affrontare con la forza di gravità a favore.
Cuore e polmoni infaticabili in salita, caviglia e ginocchia d'acciaio in discesa, sono queste le armi che deve sfoderare chi vuole vincere queste competizioni organizzate all'interno di scenari naturali unici al mondo, come hanno fatto Angermund e Wyder, stabilendo delle prestazioni cronometriche di tutto rispetto: 1h51’36” per lo scandinavo e 2h14’34 per l’elvetica.
Secondo nella graduatoria maschile è risultato il marocchino, svizzero di adozione, Elhousine Elazzaoui con un ritardo di 25 secondi dal leader, terzo lo svizzero Joey Hadorn a 50”. Al femminile secondo posto per la ceca Marcela Vasinova, a 58 secondi dalla vincitrice, terza la messicana Karina Carsolio a 3’43”, due carneadi della DoloMyths Run.
Giornata negativa per gli italiani in gara, a partire dal trentino del Centro Sportivo Esercito Davide Magnini, vincitore nell'ultima edizione di questa gara. Quarto al passaggio a Forcella Pordoi in rimonta, poi si è distorto una caviglia in un nevaio all'inizio della discesa e da quel momento ha dovuto tirare i remi in barca. Sul traguardo è solamente nono.
Positive poi le prestazioni del friulano di Gemona Tiziano Moia, terzo nella sfida vertical di venerdì, e tredicesimo al traguardo, seguito dal predazzano Daniele Felicetti, autore di un’ottima prestazione e 14° con un ritardo di 6’27”, quindi il giudicariese Alberto Vender, ottimo sedicesimo.

Risorse aggiuntive:

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