Ha preso il via ieri sera, con la proiezione di un cortometraggio che si può senza dubbio collocare fuori dagli schemi della manifestazione, la quindicesima edizione di «Mese Montagna», la rassegna dedicata all’alpinismo, all’esplorazione e all’avventura organizzata a Vallelaghi ogni anno, nel mese di novembre, dal lontano 2006. Una lunga storia, interrotta solo nel 2020 a causa della pandemia, che ha dunque ripreso a correre nel 2021 con un cartellone ridotto, a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia, ma soprattutto della transizione ancora in atto da un comitato organizzatore ad uno rinnovato, che si va costituendo e strutturando in queste settimane.
«Era importante ripartire anche con una proposta meno ampia del solito e lo abbiamo fatto, - ha sottolineato il sindaco di Vallelaghi Lorenzo Miori, prima che salissero sul palco di Vezzano i primi ospiti - nel 2022 saremo nuovamente a pieno regime». A salutare il nuovo corso anche l’assessore comunale alla cultura Ilaria Rigotti, il direttore dell’Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Matteo Agnolin, Nicola Maino del G.S. Fraveggio e Gianni Tonelli della Sat della Valle dei Laghi.
Poi tutte le attenzioni sono state dirottate sui primi ospiti, ovvero sul regista Leonardo Panizza e sull’alpinista Simon Sartori, che hanno prima presentato e poi commentato il cortometraggio «Prima Ascesa», il racconto della conquista di una cima un po’ particolare, quella di una discarica, nella sostanza di una montagna artificiale. Un’impresa, se possiamo chiamarla così, che ha raccolto molti consensi, dato che l’originale pellicola è stata premiata al 69° "Trento Film Festival" come miglior film della sezione "Orizzonti vicini", ha ricevuto altri due riconoscimenti al 27° "Film Festival della Lessinia" e uno al "Fluvione Film Festival".
Quella che gli spettatori di «Mese Montagna» hanno potuto osservare, passo dopo passo, è stata la ascesa, ramponi ai piedi, zaino sulle spalle, picozza in mano, di un’enorme cumulo di rifiuti, alto trecento metri, che testimonia, come pochi altri elementi, l’insostenibilità del nostro attuale modello di vita. Simon Sartori, accompagnato da Giovanni Moscon, si è così inerpicato su quel che resta di oggetti di ogni genere, accumulati per decenni lontano dai nostri occhi, ma neanche troppo, per porre agli spettatori tanti quesiti sul nostro compulsivo consumo dei beni. L’ultimo pezzo di salita, affrontato con le maschere sul volto per resistere all’odore emanato dalla gigantesca massa di rifiuti “non altrimenti recuperabili”, come si chiamano oggi, è stato forse il più significativo del racconto, perché è stato tecnicamente il più complesso da affrontare e perché ci ha idealmente portato a stretto contatto con l’immondizia più recente, quella che abbiamo prodotto ieri e l'altroieri. Le riprese realizzate con il drone, che si sono aggiunte a quelle registrate in presa diretta dagli alpinisti, hanno contribuito a restituire le impressionanti proporzioni di questa montagna artificiale.
Dopo la proiezione il regista e l’alpinista hanno raccontato come è nato questo progetto e, insieme alla disegnatrice Sara Filippi Plotegher, come intendono portarlo avanti con nuove modalità di narrazione. Fra le idee vi è anche quella di conquistare una nuova vetta di questo tipo, più elevata di quella che abbiamo conosciuto in «Prima Ascesa», per continuare l’opera di sensibilizzazione su queste tematiche.
Anche quest'anno «Mese Montagna» dà spazio alle associazioni no profit. Ospite della prima serata è stata la sezione della Valle dei Laghi dell’Avis, in seguito toccherà a Emergency e Admo.
Prossimo appuntamento della rassegna la serata in compagnia di Matteo Della Bordella, uno degli alpinisti più conosciuti della nuova generazione, che salirà sul palco di Vezzano venerdì prossimo.