Le dichiarazioni dei protagonisti

Cesare Maestri, primo classificato - «Ci tenevo tanto a tornare qui, dopo due anni di assenza, uno in verità a causa della pandemia, perché mi diverto molto a correre con le racchette da neve. Mi inorgoglisce aver vinto già per quattro volte, perché questa gara ha una storia importante e mi piacerebbe poter allungare la serie, magari diventando l’atleta che l’ha vinta più volte (ad oggi è Luigi Pastore con 5 successi, ndr). Dopo aver vinto il titolo mondiale poter festeggiare anche quello europeo dà soddisfazione. Per quanto concerne il percorso, era abbastanza breve, ma faticoso, perché presentava molti tratti in salita e perché con le ciaspole la spinta non è sempre ottimale: bisogna saper individuare i punti giusti dove appoggiare il piede, altrimenti scappa via. Anche per questo è divertente correre qui».

Ignacio Hernando Angulo, secondo classificato - «Mi ero preparato per una gara di sette chilometri, sui 5 e mezzo mi sono trovato un po’ in difficoltà, ma devo dire che sarebbe stato comunque complicato battere Cesare, atleta che ho già incontrato in altre competizioni e ho sempre visto andare molto forte. Poter essere parte di questa grande festa è comunque sempre motivo di gioia per me, perché la Ciaspolada è unica al mondo».

Alberto Vender, quarto classificato - «Ero venuto qui con l’obiettivo di raccogliere qualcosa di più di un quarto posto, ma ho fatto tanta fatica e più veloce di così non sarei riuscito ad andare, quindi devo fare i complimenti a chi è salito sul podio e mi ha preceduto. Fino a metà gara sono rimasto terzo, poi le gambe non andavano più e alla fine non avevo energie per provare a rimontare. Poter iniziare un anno agonistico con questa manifestazione è comunque molto bello per un atleta, anche perché questo nuovo percorso è davvero suggestivo. Un plauso va quindi agli organizzatori che si sono fatti in quattro anche stavolta per dare vita alla Ciapsolada. Io, comunque, ci riproverò nel 2023, perché voglio fare meglio di oggi».

Annalaura Mugno, prima classificata – «Ogni vittoria fa storia a sé, perché anche quando stai bene puoi trovare qualche avversario che va più forte di te, inoltre essere considerata come la favorita crea un po’ di pressione in più. Questo è un successo che mi rallegra molto, perché sono stata operata al menisco solo tre mesi fa e quindi non era scontato né esserci né vincere. In quanto alla tattica di gara, con un percorso così corto si può solo dare tutto dall’inizio alla fine ed è quello che ho fatto dopo i primi cento metri di studio, ma non è stato facile, perché c'erano molti lunghi passaggi in salita che si fanno sentire nelle gambe e poi quando affronti la discesa devi comunque tirare al massimo per non farti raggiungere. Sono soddisfatta anche per le tre vittorie di fila, perché prima di me vi era riuscita solo un’altra atleta, e credo di avere l’età per poter provare a conquistarne altre nei prossimi anni. Io sono di Firenze, ma amo la montagna e correre in posti come questi scalda il cuore».

Laia Andreu Trias, seconda classificata - «Questa volta non avevo alle spalle un allenamento specifico come in altre occasioni, dato che ho due bambini piccoli ai quali pensare, che mi portano via moltissimo tempo, ma ho voluto comunque esserci. Annalaura è partita molto forte, ho provato a tenere il suo passo per metà gara, ma poi ho capito che avrei fatto meglio ad amministrare la seconda piazza, di cui sono contentissima, anche perché in questa disciplina è molto difficile aumentare il ritmo e recuperare gli svantaggi. Questo nuovo percorso mi è comunque piaciuto, perché abbiamo trovato sia la neve sia il sole, ed è stato ancora una volta un piacere venire qui».

Georgina Gabarro Morente, terza classificata - «Ero alla mia prima partecipazione e quindi non avevo alcuna aspettativa in merito al piazzamento finale, salire sul podio è stata quindi una sorpresa. Abbiamo trovato un fondo perfetto per correre, compatto quanto serviva, ma non sono abituata a correre con le racchette da neve, per cui ho fatto fatica a tenere il ritmo di Laia, anche se ho provato fino alla fine ad agguantarla. Forse se ci fosse stata un po’ di salita in più ce l’avrei fatta, visto che sono una specialista di gare in verticale. Ci riproverò il prossimo anno con un po’ di esperienza in più».

Isabella Morlini, sesta assoluta - «I tempi in cui venivo per vincere sono ormai passati, stavolta sono venuta solo per divertirmi, iscrivendomi all’ultimo per passare inosservata. Il fiato non è più quello di una volta, ma sono molto legata a questa manifestazione, che ho vinto per tre volte, e aver comunque primeggiato nella categoria over 50 rimane una soddisfazione».

Gianni Holzknecht, presidente del comitato organizzatore - «Non è stato facile, sul piano logistico, portare la Ciaspolada in un posto come questo, ma ne è valsa la pena, perché i concorrenti hanno manifestato grande apprezzamento per la scelta. Un grazie va come al solito ai volontari, che ormai sono, ciascuno nel proprio campo, dei veri professionisti. Temevamo che lo stop dello scorso anno ci facesse perdere qualche pedina, invece siamo rimasti compatti. Ci stiamo avvicinando alle 50 edizioni, un traguardo che mai avremmo ipotizzato all’inizio di questa storia, in questo c’è tutto il merito di Sandro Bertagnolli, che vogliamo ricordare ancora una volta».

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