Nel rilancio de «La 30 Trentina» dopo il periodo condizionato dalla pandemia un ruolo importante l’ha giocato l’edizione dello scorso anno, che è stata a tutti gli effetti quella del ritorno alla normalità, non solo per il programma ed i servizi offerti ai runner, ma anche per la qualità dei concorrenti iscritti.
A imporsi è stato il keniano Hosea Kimeli Kisorio, che con il tempo di 1 ora 41 minuti e 27 secondi ha fatto propria l’undicesima edizione. L’atleta della Libertas Orvieto, classe 1990, ha trovato nello sloveno Rok Puhar un osso duro, ma è riuscito a tenerselo dietro per tutti i 30,2 chilometri del percorso e a precederlo all’arrivo di appena 27 secondi. Una bella prova, così come quella offerta dal trentenne del Triglav Kranj, che nel finale ha preferito amministrare la piazza d’onore piuttosto che lanciarsi in un disperato attacco nei confronti dell’africano, anche se il suo vantaggio sul terzo classificato, il tarantino (padovano di adozione) Edgardo Confessa del Team Km Sport, era rassicurante, dato che quest'ultimo è arrivato al Parco Segantini con quasi sei minuti di distacco dal vincitore.
Kisorio è partito davanti a tutti e lì è rimasto fino alla fine, diventando così il quarto keniano a finire nell’albo d’oro di questa gara, dopo Towet Vincent Kimutai (nel 2018), Rono Julius Kipnegetich (nel 2019) e Moses Lekuraa (nel 2021). Fino al 24° chilometro Puhar lo ha tallonato a meno di un minuto di distacco, poi nel finale, come accennato, ha allungato anche grazie alla scelta dello sloveno, che ha accusato dolori allo stomaco, di gestire le proprie forze. Importante ricordare, ai fini della classifica finale, che la sfida ha perso abbastanza in fretta uno dei possibili protagonisti, il gambiano Ousman Jaiteh, che all’ottavo chilometro si è ritirato a causa di un malessere.
Il primo atleta finito ai piedi del podio è quindi il trentino Davide Parisi del Lagarina Crus Team, che ha chiuso la gara con 8 minuti e 22 secondi di distacco dal primo, seguito da Marco Padovan del Vicenza Runners a 8 minuti e 54 secondi. Un altro trentino ha fatto propria la sesta piazza, Alex Rodigari del Carisolo, seguito da un’altra canotta tricolore del Vicenza Marathon, quella di Pietro Sartore. Top ten completata dal compagno di scuderia Nicola Mastrotto, dall’olandese Mast Maarten e dal pavese Emanuele Massoni (Gruppo Podisti Ciarlaschi), che ha chiuso la gara a 17 minuti dal vincitore.
La sfida femminile ha offerto un po' più di suspense, dato che la favorita Nancy Kerubo Kerage, dell’Atletica Sandro Calvesi, è partita con il piede pigiato sull’acceleratore, ma ha poi ha dovuto fare i conti con la durezza di un percorso che non aveva mai affrontato prima e in vista del Lago di Caldonazzo ha cominciato a pagare dazio. Ne ha approfittato Rebecca Lonedo, anche lei alla prima apparizione a «La 30 Trentina» e proprio per questo partita con un ritmo più prudente: la vicentina di Sovizzo, che difende i colori delle Fiamme Oro Padova, ha mantenuto un passo costante e al 9° chilometro si è portata al comando, senza lasciare più scampo alle avversarie. Al 15° chilometro vantava un margine di un minuto e mezzo, al 21° di oltre quattro minuti e sul traguardo è arrivata ottava assoluta con il tempo di 1 ora 52 minuti e 57 secondi, 5 minuti e mezzo in meno della keniana, che per poco alla fine non ha dovuto guardarsi dal ritorno della reggiana Barbara Bressi (Montanari Gruzza), arrivata al Parco Segantini appena 15 secondi dopo di lei. Quarto posto per la roveretana (trasferitasi a Verona) Arianna Lutteri: la portacolori della Calcestruzzi Corradini ha impiegato otto minuti e mezzo in più della vincitrice per esaurire i 30 chilometri e 200 metri del percorso, seguita dall’altoatesina Julia Kessler (Sportclub Merano), dalla milanese Stefania Pulici (Brontolo Bike) e dalla trentina Claudia Andrighettoni (Quercia Trentingrana).