Nel festival degli errori, è la Juventus a mettere in saccoccia tre punti che potrebbero risultare preziosi nell’economia del torneo, ma che, alla luce di quanto visto oggi, è difficile la portino molto lontano. Date queste premesse, è inutile specificare che il match che vedeva i bianconeri opposti al Napoli è stato tutt’altro che memorabile. Pur essendo stata decisa da un calcio di rigore dubbio, infatti, la partita è stata interpretata dalle due retroguardie con grande allegria. Sull’altare dell’abolizione del famoso, e datato, rinvio alla viva il parroco, infatti, sia i ragazzi di Tufano, sia quelli di Liguori, hanno portato fino all’esasperazione il concetto di uscire dalla propria area con un’azione manovrata con il risultato di imbarcarsi in avventure da far accapponare la pelle. Errori su errori in disimpegno che gli attaccanti avversari, sia dell’una che dell’altra fazione, hanno fatto di tutto ed anche di più per non sfruttare. La cromaca.
La Juve portare la prima acqua al mulino di questa specie di “oggi le comiche”, ma il Napoli, in tutto questo, riesce a sfiorare il gol una sola volta con una inzuccata di Procida, uscito di pochissimo. La furia del Napoli si placa e così i bianconeri riescono a farsi vedere anche in attacco con azioni anche di discreta qualità, anche se di scarsa efficacia. Più vicino al gol va il colored Kean, che, da posizione defilata, coglie solo l’esterno della rete.
La ripresa è più vivace e al 10’ la Juventus potrebbe passare se l’arbitro Scifo concedesse il più evidente dei calci di rigore per un clamoroso atterramento di Morselli in area. Per la serie “peggio il tassello del buco”, il direttore di gara assegna la massima punizione pochi secondi dopo per un venalissimo “svenimento” di Kean in area piccola. Lo stesso Kean ringrazia e trasforma spiazzando il portiere.
Il Napoli non ci sta e al 15’ sfiora il pari con Otranto, che in mischia calcia di poco a lato. Ma l’occasionissima, anzi la prima delle grandi occasioni, i partenopei la costruiscono al 19’ con il neo entrato Mentana, il quale approfitta di un’amnesia collettiva della difesa bianconera per presentarsi solo davanti a Lubbia, che è bravo a restare in piedi fino all’ultimo e quindi ad arpionare il piattone dell’avversario. Mentana si ripete pochi minuti dopo, calciando alle stelle una palla d’oro concessagli da Beruatto. Ci pensa a Cioffi a completare la rassegna degli orrori, tirando sul portiere in uscita a tempo praticamente scaduto. Nel frattempo la Juve s’era fatta vedere in avanti solo una volta con capitan Conti, uno dei pochi a salvarsi, che ha cercato senza successo, dopo un’eccellente penetrazione, di dribblare anche il portiere Ferrara proteso in uscita.
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