Sono due prime volte, quella del giovane Hermann Debertolis e della leggendaria Justyna Kowalczyk, a mandare agli archivi l’ottava edizione del «Rosetta Verticale Trail Run». Il giovane scialpinista trentino e la mitica fondista polacca hanno iscritto per la prima volta il proprio nome sull’albo d’oro della gara organizzata dal Gruppo Sportivo Pavione, capitanato da Johnny Zagonel, tenendosi stretti la leadership dall’inizio alla fine di una sfida nella quale non è semplice avere una percezione precisa delle posizioni, alla luce delle partenze, che vengono scaglionate a distanza di 30 secondi l’una dall’altra.
I 330 concorrenti, con 360 iscritti, scattati dalle ore 10 in poi suddivisi in gruppi di cinque e applauditi da un folto pubblico, si sono dati battaglia su un percorso adattato alle poco favorevoli circostanze climatiche, dato che nella parte alta la neve caduta nei giorni precedenti si era trasformata in ghiaccio, dando comunque vita ad una edizione di alto livello. Il tracciato, lungo 5 chilometri lineari con 760 metri di dislivello, si è dipanato dal centro di San Martino di Castrozza, ha seguito quello tradizionale sul sentiero 701 fino al bivio con quello dei finanzieri, virando poi a sinistra lungo il sentiero 712 fino all'arrivo, posizionato a quota 1.950 metri.
Debertolis e Kowalczyk sono partiti insieme o davanti ai propri avversari più agguerriti e quindi hanno avuto l’opportunità di tenere sotto controllo la situazione per l’intera ascesa, chiudendo rispettivamente con i tempi di 34’06” e 43’28”, poi hanno atteso di conoscere quelli degli avversari, già certi di aver vinto. Dietro al portacolori delle Fiamme Oro, alla fine, si è piazzato il gardenese Alex Oberbacher, terzo pochi giorni fa ai Mondiali di skyrunning nel vertical, del Team La Sportiva, staccato di 39”8, che ha fatto gara solitaria, essendo partito fra gli ultimi in quanto iscrittosi all’ultimo momento, e quindi ha trovato un po’ di traffico in più sul proprio cammino. Sul terzo gradino del podio è salito invece Alex Rigo (Karpos), staccato di 46”9 da Debertolis, ennesima prestazione di rilievo in una stagione ricca di risultati di prestigio per il runner solandro. Quarto il piemontese di Galliate Marcello Ugazio, un nome salito agli onori delle cronache per i suoi record, come quello stabilito raggiungendo la cima del Monte Bianco partendo da Genova, prima in mountain bike e poi di corsa, ma anche per il settimo posto nel già citato Mondiale di skyrunning (gara vertical): oggi è arrivato al traguardo con 1’32” di ritardo dal vincitore. A completare la top ten il primierotto Leonardo Taufer (Skialp Valdobbiadene), quinto, Erik Canovi, sesto, Gustav Eriksson, Kevin Fantinato, Luca Compagnoni e Stefano Dal Magro. Debertolis, Rigo e Taufer si sono anche spartiti i posti sul podio under-23, che anche lo scorso anno aveva incoronato Hermann.
In campo femminile, detto del successo della big polacca, classe 1983, Justyna Kowalczyk, due ori olimpici e quattro Coppe del mondo in bacheca da fondista, la seconda piazza se l’è guadagnata la greca - friulana Dimitra Theocharis dell’Us Malonno, che ha ceduto solo nel finale, chiudendo in 45’06” a 1’38” dalla leader, mentre il bronzo se lo è messo al collo Elisabetta Broseghini (Atletica Trento) con 1’53” di distacco. Medaglia di legno per vicentina Martina Cumerlato (Team Asics), che si è iscritta in extremis ed è quindi partita in coda al gruppo al pari di Oberbacher. Subito dietro troviamo la tedesca Eva Kiggen, la vicentina Kristel Mottin, lecchese Vittoria Mandelli, la ceca Tereza Hujerova, le badiote Heidi Dapunt e Sara Frenademetz, che ha prevalso fra le under 23 davanti a Dorthe Nordgard e Vanessa Marca.
Per quanto riguarda le altre categorie, successi di Roberto Poletto e Heidi Dapunt fra gli over 50, Francesco Romagna e Veronica Bandiera fra gli under 16.
Hermann Debertolis - «Il mio obiettivo era quello di vincere, lo confesso, ma avevo avversari di alto livello accanto e quindi ho dovuto spingere al massimo dall’inizio alla fine. Il percorso è stato accorciato, ma la sua tecnicità è rimasta integra e l’ultimo pezzo, benché pianeggiante, non è stato banale da affrontare. Complimenti a chi ha saputo proporci questa variante salvando la gara e adesso l’obiettivo diventa quello di vincerne una con arrivo a Cima Rosetta».
Justyna Kowalczyk - «Ho deciso di prendere parte per la prima volta a questa gara perché lo scorso anno ho visto alcune foto della Rosetta Verticale Trail Run veramente spettacolari pubblicate da Bruno Debertolis sui social, che mi hanno colpito. Non ho mai avuto la percezione di essere davanti a tutte, perché non vedevo le avversarie e perché non sto facendo una preparazione specifica per questa disciplina, quindi sono molto contenta».
Alex Oberbacher - «Oggi avrei dovuto partecipare ad un’altra gara, poi annullata, e quindi mi sono iscritto all’ultimo. Essendo partito in fondo, ho dovuto superare molti concorrenti, ma nella prima parte tutti quelli che ho raggiunto si sono spostati per farmi passare, quindi non è per questo che sono arrivato secondo, ma perché Hermann è andato veramente forte».
Dimitra Theocharis - «Sono contenta di aver corso così nonostante il freddo e considero soddisfacente un secondo posto dietro a una fuoriclasse come Justyna Kowalczyk, anche se batterla sarebbe stato ancora più bello. Correre dietro a lei mi ha stimolato a dare il massimo, ma nella parte finale è decollata e non ho potuto fare nulla. Ci riproverò, questo è certo».
Johnny Zagonel - «Il tempo non ci è stato amico: in quota non è caduta tanta neve, ma il vento notturno l’ha ghiacciata e quindi non ci è restato che creare un percorso in una zona sicura. La gara è stata comunque apprezzata dai concorrenti, anche perché salire in quota dal centro di San Martino regala panorami decisamente spettacolari».