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L'amicizia in parete raccontata da Gogna e Furlani
che sognano un libro sulle vie del Sarca e l'Himalaya

Serata di Mese Montagna dedicata alle Dolomiti, alle nuove vie aperte, alle tante ripetizioni, ma soprattutto ad un tema imprescindibile per chi vive intensamente la montagna, ovvero l'amicizia. Protagonisti il genovese Alessandro Gogna, uno dei miti dell'alpinismo italiano, e il trentino Marco Furlani, il più giovane accademico del Cai d'Italia quando venne nominato nel 1980. Due veterani dell'alpinismo, che hanno iniziato a sfidare la verticalità da adolescenti, con attrezzature e mezzi spesso improvvisati, con uno spirito assoluto di libertà, di grande passione ma soprattutto incrociando nel loro percorso umano tante relazioni profonde, sfociate in rapporti personali intensi che solo le persone disponibili a condividere la propria vita in parete riescono a concepire.
In un teatro della Valle dei Laghi sempre gremito, al di là di qualche parentesi sulle imprese extra alpine, i due rocciatori hanno testimoniato attraverso fotografie e diapositive le loro "conquiste" significative sulle Dolomiti. Alessandro Gogna, partito dalle Alpi Liguri, ha poi aperto tante vie sulle Dolomiti, scalando complessivamente in tutti gli ambienti dove un alpinista si possa cimentare e siglando almeno 500 prime ascensioni. Le sue prime sfide sulle Dolomiti sono datate 1966 con la Cima delle Poppe sul Vajolet, le ultime 4 anni fa sul Brenta, proprio assieme a Furlani. Fra le sue vie nuove e ripetute raccontate, si è soffermato sulle Pale di San Lucano nel bellunese, sulla Marmolada, lo spigolo Nord est di Brenta Alta, il Campanile dei Zoldani, la Cima di Terranova sul Civetta. Tante imprese significative affrontate sempre in compagnia di grandi amici, alcuni dei quali ora non ci sono più. Poi  uno stop di 12 anni, dove la montagna è passata in secondo piano, per poi tornare a rivivere il grande amore, grazie anche a Marco Furlani con il quale si è consolidata un'intensa fratellenza. La scalata che porta nel cuore? «Ho affrontato tante sfide, ma la prima ascensione della parete Est della Cima di Pino nel 2005, è stata un'esperienza unica. Non ho mai provato un'emozione del genere, forse perché arrivata in un momento di maturazione personale, con delle condizioni ambientali strepitose». Un sogno nel cassetto? «Con Marco vorrei scrivere un libro sugli alpinisti e sulle vie del Sarca, in Trentino».
È poi stata la volta di Marco Furlani, che ha fatto sorridere il pubblico con il modo istrionico di esporre le sue innumerevoli avventure in montagna. Partito da Povo, cresciuto sulla Paganella, a soli 16 anni è salito sulla via delle Guide al Crozzon di Brenta e a 17 sulle vie Cassin e Comici alle Lavaredo. Nell'arco di 30 anni di attività ha ripetuto circa 2000 vie, conta un centinaio di prime ripetizioni nazionali, 20 prime grandi invernali ed ha aperto circa 50 nuove vie sulle Dolomiti, in Valle del Sarca, inserendo pure una parentesi nel 1979 nel parco di Yosemite, in California, sperimentando quelle che saranno poi le nuove tendenze tecniche. Suggestive alcune foto delle prime uscite da ragazzino, con in testa un casco da moto, con imbraghi fatti in casa, raggiungendo le grandi pareti attraverso viaggi di fortuna, come quando per arrivare alle Cime di Lavaredo con i suoi compagni hanno impiegato due giorni e mezzo fra tram, ferrovia, trenini e pullman. Nella sua trentennale esperienza ha avuto tanti compagni di cordata diversi, con alcuni dei quali è nata una profonda amicizia. L'ultima in ordine di tempo con Alessandro Gogna. «Per me - ha raccontato Marco - è sempre stato un mito, inavvicinabile. Tante volte volevo riuscire a parlargli, a contattarlo, per poter scalare con lui senza però mai trovare il coraggio di farlo. Poi finalmente l'ho incontrato nel 2006 ed abbiamo iniziato a scalare assieme. Ero fuori forma, ma mi ha colpito la naturalezza con cui arrampicava. Mi sono rimesso fisicamente a posto e con Alessandro abbiamo vissuto in questi anni esaltanti momenti in parete».
Cos'è stato per me l'alpinismo? «Un sentiero che mi ha permesso di crescere come uomo attraverso la mia grande passione». Il sogno nel cassetto? «Mi piacerebbe poter andare in Himalaya con Alessandro. Non ci sono mai stato perché non ho mai avuto la possibilità economica per intraprendere una spedizione».
La rassegna Mese Montagna prosegue a suon di tanti appuntamenti. Il primo in ordine di tempo è il concerto "Una montagna di note", in programma sabato 23 novembre alle ore 20.30 presso il Teatro Valle dei Laghi con primattori i cori Cima Verde, Trentino Lagolo, Valle dei Laghi, Paganella e il Coro da Camera Trentino. Domenica 24 toccherà a Diego Giovannini raccontare il concatenamento fatto in velocità di tre cime nepalesi situate nella valle del Khumbu, ovvero l'Ama Dablam (6812 metri), il Pumori (7161 metri) e il Lhotse (8516 metri), senza ossigeno. L'evento andrà in scena presso la Casa Sociale di Covelo alle ore 18. Sempre domenica chiunque vorrà provare l'esperienza di arrampicare lo potrà fare gratuitamente grazie al corso organizzato dall'Associazione Movimento Verticale della Valle dei Laghi e dalle Guide Alpine Trentine. Appuntamento alle 9 al Teatro Valle dei Laghi.

 FOTO SERATA ALPINISMO E AMICIZIA

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