Oltre 1100 concorrenti che si sfidano in coppia lungo un percorso di 42 km e 2700 metri di dislivello positivo, andando ad attraversare 4 valli e i 4 passi Gardena, Campolongo, Pordoi e Sella. Una macchina organizzativa difficile da gestire e che ogni anno riesce nel miracolo grazie al lavoro di tanti volontari e di responsabili di settore in ogni valle, che siamo andati a conoscere per farci raccontare difficoltà, numeri, ma anche la loro grande passione.
Michele Cincelli, originario di Pozza di Fassa, è responsabile del servizio scopa sin dalla prima edizione di questa competizione. «Non ho mai preso in considerazione la possibilità di cambiare ruolo. - racconta entusiasta - Mi sono preso a cuore il compito che mi era stato affidato, dedicandomici per trent’anni. Se nelle prime edizioni ero accompagnato solo da una motoslitta, oggi l’equipe si è ampliata per rispondere alle esigenze mediatiche, dovute al prestigio riscosso dalla gara negli ultimi anni. Un prezioso aiuto, considerando che non solo devo seguire l’ultimo concorrente e chiudere i cancellI, ma anche gestire i ritiri… È un continuo rincorrere le persone. Per non parlare delle condizioni atmosferiche, fattore da non sottovalutare, dato che seguire la competizione su una motoslitta significa essere sempre esposti alle intemperie. Anche il buio non aiuta, né noi volontari né i concorrenti, che più volte abbiamo aiutato a ritrovare i propri sci illuminando il terreno innevato con i fanali. Ciononostante, l’oscurità in cui si svolge la competizione rimane il tratto distintivo della SellaRonda Skimarathon e offre a tutti gli spettatori un’esperienza a dir poco insolita: vedere le strisce create dai fanalini degli sciatori mentre risalgono è uno spettacolo unico. Questo mi ha spinto a tornare ogni anno come volontario, nonostante le difficoltà che, soprattutto nelle prime edizioni, io e i miei colleghi abbiamo dovuto affrontare. Inizialmente i mezzi a nostra disposizione non erano infatti particolarmente performanti, per cui era nostro compito adattarci a essi nella gestione delle discese. Grazie all’utilizzo di strumenti più idonei e moderni, la sicurezza, priorità per noi assoluta, è notevolmente migliorata. La SellaRonda Skimarathon è una competizione che non solo ci offre la possibilità di mettere in vetrina le potenzialità del territorio trentino, ovvero spettacolo offerto dalle Dolomiti, ma che esalta anche il ruolo chiave del volontariato, senza il quale eventi di così grande portata non si potrebbero organizzare».
Klaus Dariz, originario di Arabba, da sempre sulla neve prima come atleta e poi come maestro di sci, si è occupato a partire dalla prima edizione della zona cambio pelli in località Bec de Roces. «È ormai dal 1995, anno della prima edizione, - spiega - che me ne occupo. Anche se dopo la pensione ho deciso di affidare il compito a un mio collega, anche quest’anno voglio dare il mio contributo: ho infatti deciso di lavorare come volontario per la Sellaronda Skimarathon, sia perché da sempre appassionato dello sci, sia perché voglioso di stare in mezzo alla gente e fornire il mio contributo. Questa competizione coinvolge molti volontari della mia zona, basti pensare che con me sono presenti i miei colleghi maestri di sci, e nel corso degli anni è stata sempre più sentita dagli abitanti di Arabba. Nelle prime edizioni non c’era la tecnologia di oggi, per cui risultava difficoltoso scrivere a mano il numero dei passaggi in condizioni atmosferiche sfavorevoli, mentre nelle ultime sono stati introdotti i chip, che registrano il passaggio dei concorrenti, semplificando e velocizzando il nostro lavoro. Dal momento che la partenza di quest’edizione sarà posizionata a Selva di Val Gardena, il Bec de Roces ospiterà un punto di ristoro per tutti i concorrenti, anche se, di norma, gli unici a fermarsi sono gli atleti di livello amatoriale. Considerando la quota della località (2.160 metri), le condizioni atmosferiche sono un fattore determinante per il nostro lavoro. In passato è capitato di dover cercare fra la neve e raccogliere, in piena notte, i rifiuti trasportati dalle forti folate di vento dell’alta quota. Si tratta anche della tappa in cui i componenti delle squadre si ritrovano: mi rattrista aver visto, nel corso delle ultime trenta edizioni, i membri della coppia arrivare con un certo distacco temporale. In una gara di tale portata il lavoro di squadra e la solidarietà dovrebbero essere elementi imprescindibili: se il compagno rimane indietro, bisogna aspettarlo».
Josef Mussner, collaboratore di Diego Perathoner da tempi precedenti il lancio della SellaRonda Skimarathon, lo ha accompagnato come volontario anche in questo ambizioso progetto e ricopre ormai da dieci anni il ruolo di responsabile dell’area Selva di Val Gardena. «Nel corso delle prime venti edizioni ho sempre lavorato come volontario a Selva. La mansione principale consisteva nel controllo degli atleti al passaggio e nella comunicazione degli eventuali ritiri alla base. In questa edizione, invece, in quanto responsabile, dovrò coordinare il lavoro dei vari collaboratori dell’aera di Selva di Val Gardena, che quest’anno ospiterà la partenza e l’arrivo della competizione. Proprio per questo possiamo contare sulla partecipazione di più di 200 volontari della zona, fra cui quelli del soccorso alpino, i carabinieri, i vigili del fuoco, i membri del comitato organizzatore, i collaboratori per la preparazione delle piste, lo staff APT per la preparazione del ristoro e i collaboratori che allestiranno la partenza, operativi già a partire dal primo pomeriggio. Sarà una corsa contro il tempo per i nostri volontari, considerando che, una volta chiuse le piste alle 17, dovranno subito adoperarsi per preparare il tracciato in poche ore. Trattandosi di un evento organizzato da tempo, non verranno apportate particolari modifiche rispetto agli anni precedenti, se non per quanto riguarda l’arrivo. La zona di partenza sarà infatti allestita in località Pra di Nives, esattamente come quattro anni fa, mentre l’arrivo alla Baita Valentini, anziché alla Casa di Cultura di Selva, dove tutti partecipanti potranno gustare un buon piatto caldo al pasta party senza doversi spostare da un punto all’altro con le attrezzature in mano. Si tratta di un evento particolarmente sentito nel territorio ed un richiamo turistico notevole, in particolare per questa edizione in cui Baita Valentini ospiterà gli appassionati dello sci alpinismo che accorreranno per assistere all’ arrivo, previsto per le 21».
Andrea Oberbacher, originario della Val Badia, si mette a disposizione fin dalla prima edizione come tracciatore nella zona di Arabba, che comprende il percorso da passo Campolongo a passo Pordoi. «In quanto tracciatore, collaboro con il direttore di pista nella definizione del tracciato e, in prossimità dell’inizio della competizione, mi occupo della segnalazione del percorso tramite l’installazione di bandierine, fiaccole e frecce catarifrangenti, in modo tale da renderlo il più visibile e sicuro possibile. Ricordo ancora il lontano 1995, anno in cui si è tenuta la prima edizione della SellaRonda Skimarathon. Trattandosi della prima competizione sciistica in notturna proposta sul territorio, quell’anno era ancora in fase di sperimentazione, per cui avevo discusso e provato già mesi prima assieme a Diego le varie modalità di segnalazione. Da quel momento ho sempre svolto questo lavoro, trovandomi a dover gestire situazioni non troppo favorevoli, sia per quanto riguarda le tempistiche sia per quanto riguarda le condizioni meteorologiche. Quando, infatti, la località di partenza è Corvara, è necessario attendere la chiusura delle piste prima che i gatti delle nevi le possano battere; dopo entriamo in campo noi tracciatori. Quest’anno il problema non sussiste, dato che la gara comincerà da Selva di Val Gardena. Per quanto riguarda il meteo, invece, è importante assicurarsi quali siano le condizioni atmosferiche: nebbia e precipitazioni riducono notevolmente la visibilità, rendendo necessaria una maggiore segnalazione del tracciato. Invece il tipo di neve non influisce sul lavoro di tracciatore: una volta battuta la neve è uniforme. È però capitato che, per via delle temperature troppo alte, la discesa di passo non abbia retto il passaggio di più di una cinquantina di sciatori. Gli altri atleti già partiti si sono così ritrovati a sprofondare nella neve, mentre quelli successivi sono stati avvisati del pericolo imminente. Comunque, grazie alla prontezza dei collaboratori, non c’è stato alcun incidente».