LE FOTOGRAFIE - VIDEOPRESS: Immagini della gara - Intervista a Milesi - Intervista a Nanu
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La prima tappa della 17ª Val di Fassa Running va in archivio con il successo del giovane bergamasco di Roncobello Vincenzo Milesi, giunto nel cuore delle Dolomiti in grande forma. Il portacolori dell’Atletica Orobie, classe 1990, ha cominciato nel migliore dei modi la propria avventura a Pozza di Fassa, chiudendo davanti a tutti nella frazione inaugurale, che ha portato gli oltre cinquecento concorrenti, nuovo record di iscritti, a chiudere un anello tracciato fra la Val San Nicolò e la Val Monzoni. Quasi otto chilometri e mezzo, connotati da una salita iniziale molto ripida, lunga circa 3, che ha fatto subito la differenza in maniera significativa. Milesi ha dovuto vedersela fino alla fine con Massimo Galliano, vincitore delle ultime quattro edizioni, che ha dettato legge fino a quando la strada è stata in ascesa, poi ha perduto qualche metro in discesa e si è limitato a controllare lo scatenato e più giovane avversario. L’atleta cuneese del Roata Chiusani sta ritrovando la forma dopo un inverno difficile ed ha trovato un vero osso duro a contendergli il successo finale, ma ha dimostrato di essere in corsa per il successo finale. Solo dieci secondi hanno alla fine diviso i due protagonisti della prima frazione: 48’36” il tempo di Milesi, 48’46” quello di Galliano. Terzo, un po’ a sorpresa, un altro cuneese, Enrico Aimar, compagno di squadra di Galliano, giunto al traguardo con il tempo di 49’02” e capace di tenersi alle spalle atleti quali Andrea Regazzoni (X Bionic Running), giunto a quasi mezzo minuto da lui, Marco Campetti (Atletica Recanati), Massimo Igliori (Gp Parco Alpi Apuane), Tommaso Manfredini (Atletica Mds) e Salvatore Concas. I primi otto sono compresi in quattro minuti.
In campo femminile nulla di nuovo sotto il sole fassano. Si è imposta senza soverchie difficoltà la romagnola d’adozione Ana Nanu (G.S. Gabbi), che ha staccato un’altra veterana, la trentina Mirella Bergamo (G.S. Valsugana) di quasi due minuti: 57’26” il tempo della capoclassifica, che le è valso anche il 19° posto assoluto, in mezzo ad atleti maschi di valore. In questo caso la vincitrice non ha dovuto attendere la discesa per portarsi al comando, anche se dopo lo scollinamento ha preso decisamente il sopravvento. A darle filo da torcere nel primo chilometro era stata in realtà una delle atlete più attese di questa edizione, ovvero la fiorentina Gloria Marconi, tre titoli tricolori sui 10.000 metri e due nei 5.000, che però a metà della salita ha dato forfait a causa di un attacco influenzale che l’ha addirittura costretta al ritiro e al ritorno a casa. Un esordio davvero sfortunato il suo alla Val di Fassa Running. Sul terzo gradino del podio troviamo così Susanna Serafini (Runners Club Bellinzona), che ha incassato meno di un minuto dalla Bergamo e ha tenuto a distanza Manuela Marcolini (Sportinsieme Castellarano). Ottima quinta l’atleta di casa Arianna Mazzel (Atletica Fassa), che può ambire al podio finale.
Per quanto riguarda le singole categorie, Andrea Regazzoni e Arianna Mazzel si sono imposte nella 35-39, Massimo Galliano e Ana Nanu nella 40-44, Achille Faranda e Mirella Bergamo nella 45-49, Antonello Galli ed Elisabetta Lana nella 50-54, Giovanni D’Amico e Mara Rossinelli nella 55-59, Luciano Merla e Rosalinda Bonini nella 60-64, Antonio Maccagnan e Graziella Berti nella 65-69, Giuseppe Rosset e Maria Rita Graci nella 70-74, Giuseppe Parenti nella categoria oltre 75. Fra gli under 17 applausi per Umberto Serra e Luisa Maria Orlanno. in gara anche Mario Ferracuti, classe 1926.
Da ricordare che alcuni atleti si sono passati, come testimone, il pettorale numero 367, che avrebbe dovuto indossare Emanuele Lucentini, carabiniere morto in circostanze tragiche lo scorso maggio, quando si era già iscritto alla Val di Fassa Running. Tutti gli atleti hanno voluto ricordarlo.
La seconda tappa, in programma domani, partirà e si chiuderà al lago di Soraga, proponendo uno sviluppo di 12 chilometri e mezzo con 474 metri di dislivello.
Vincenzo Milesi si gode la vittoria di misura su Galliano. «Si è trattato di una gara molto bella – afferma – per l’ambientazione nella quale è stata collocata. Fino alla fine della salita sono rimasto dietro a Massimo, poi in discesa sono riuscito a prendere un piccolo vantaggio, amministrato fino alla fine. La prima parte è stata molto faticosa da affrontare».
Il campione in carica Massimo Galliano riconosce i meriti all’avversario: «Questa è stata una frazione nella quale ci siamo controllati, ma quella ascesa con pendenze vicine al 30% ci ha messo a dura prova. In discesa sono caduto, ma non ho perso contatto con Vincenzo, poi entrambi abbiamo badato a gestire le energie perché la prossima tappa sarà lunga ben 13 chilometri. Considerando il fatto che fino a dicembre non ho potuto allenarmi per l’operazione ad un piede e poi per una borsite, sono contento. La cosa che mi preoccupa di più è la tenuta fisica nei cinque giorni».
Ana Nanu è felice, ma non sorpresa del proprio successo. «Quest’anno abbiamo cominciato con una tappa molto dura – afferma – con una salita impegnativa e una discesa molto tecnica, per cui abbiamo dovuto anche pensare ad amministrare le energie. Fino al primo chilometro Gloria Marconi era davanti a me, poi l’ho superata e ne ho perso le tracce, così ho controllato la sola Mirella Bergamo e sono riuscita a non spingere al massimo. Nel complesso una frazione spettacolare, resa tale anche dal tempo».
La seconda classificata, Mirella Bergamo, riconosce la forza dell’avversaria: «Sappiamo bene che Ana è un camoscio, ma devo dire che in salita ho tenuto il suo ritmo. Dove ho perso terreno è stato in discesa. Comunque siamo appena all’inizio di questa competizione e i conti si fanno alla fine. Sarà una bella lotta, anche se poi, tolte le scarpette, siamo tutte molto amiche». Hai corso con un numero particolare, il 367… «È quello che avrebbe dovuto indossare Emanuele, purtroppo scomparso da poco: mi ha accompagnato fino in cima alla salita e per me è stato un onore contribuire al ricordo di una bellissima persona come lui. Tutti oggi abbiamo corso per Emanuele».
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