IMMAGINI DELLA SERATA CON MAURO CORONA (download)
VIDEO INTERVISTA PER TV E WEB l FOTOGRAFIE
IMMAGINI DELLA SERATA DI CORSA FRA TERRA E CIELO (download)
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Oltre cinquecento persone, ieri sera al Teatro di Vezzano, hanno accolto ed ascoltato l'alpinista, scultore e scrittore Mauro Corona, uno dei nomi di punta della decima edizione di Mese Montagna. Qualcuno ha dovuto persino rimanere fuori, a bocca asciutta, a dimostrazione del forte richiamo esercitato da questo personaggio poliedrico, che in 65 anni di vita ha saputo imporsi all'attenzione in vesti diverse, tutte legate a doppia mandata al suo rapporto strettissimo e costante con la natura e con la montagna.
Ieri sera si è disegnato come un moderno, ma neanche troppo, Don Chisciotte, capace di risollevarsi dopo ogni momento difficile, forgiato da un'infanzia molto dura, lenita e addolcita dalle letture e dalle scalate, «che hanno rappresentato la farmacia della mia giovinezza». Una vita fatta di sfide e di contrasti con i genitori, con le forze dell'ordine che gli davano la caccia quando praticava il bracconaggio, con la moglie, con l'alcol, con gli editori e con i critici letterari, che hanno cercato di inquadrare in schemi precisi un autore allergico a qualsiasi tipo di catalogazione e reticente ad accettare ogni sorta di vincolo commerciale. Mauro Corona ha dato alle stampe 27 diversi titoli, ma non ha mai voluto ipotecare il proprio futuro firmando contratti che lo avrebbero legato a doppia mandata a un editore. E con la stessa inflessibilità verso chi ha cercato di sottrargli autonomia d'azione e di pensiero, giudica il servilismo con il quale la montagna e i suoi operatori si mettono oggi al servizio dei frequentatori più danarosi in nome di un turismo che toglie dignità a chi ne trae sostentamento. L'appello, uno dei più significativi lanciati ieri sera, è quello a non svendersi al miglior offerente, perché ci sono cose più importanti dei soldi, come l'amicizia, «rarissima quella vera», la libertà e la genuinità.
Corona, incalzato dal giornalista Rai Nereo Pederzolli, ha toccato molti temi di attualità, manifestando la propria solidarietà all'amico Erri De Luca, recentemente assolto dall'accusa di aver istigato al sabotaggio dei cantieri della Val Susa, ma anche agli animali. Su tutti i cani («il mio migliore amico») e l'orso («siamo noi a dover imparare a convivere con esso, non viceversa»). Prima di concedersi all'incontro con il pubblico a caccia di autografi o di scatti nel foyer del teatro, Mauro Corona ha avuto il tempo per ricordare la sua allergia per le parole inglesi, soprattutto quando sono usate per darsi un tono più che per una reale necessità comunicativa.
Nella serata di venerdì il teatro Valle dei Laghi aveva invece dato spazio ai corridori del cielo e alla corsa in montagna, due discipline diverse per regolamenti e organizzazioni, ma con un unico comune denominatore, una grande passione per lo sport praticato in contesti paesaggistici straordinari come quelli degli altipiani, dei sentieri e delle pendenze estreme. A raccontare questo importante e crescente movimento agonistico, organizzato dall’anima sportiva del Comitato Mese Montagna, ovvero quella rappresentata dal Gs Fraveggio nelle persone di Mauro Bressan e Silvano Beatrici, ci hanno pensato icone delle varie discipline in quota.
A partire dal detentore del record nel kilometro verticale, Urban Zemmer che nel 2014 fermò il cronometro sulla prestazione di 29 minuti e 42 secondi su un percorso con pendenza media del 20% come da regolamento. Hanno inoltre animato la serata il veterano Antonio Molinari, esperto di corsa in montagna che nel 2016 raggiungerà quota 1.000 gare e che nel suo palmares vanta un titolo mondiale, tre medaglie europee e otto titoli italiani, quindi gli specialisti delle skryrace e delle gare più lunghe Fulvio Dapit, Michele Tavernaro, Daniele Capelletti, Gil Pintarelli e Martina Valmassoi, ormai trentina d’adozione. Tanti appassionati di gare skyrace e vertical che hanno una propria federazione, mentre la corsa in montagna è sotto l’egida della Fidal (Federazione atletica leggera) e rappresentata a Vezzano dal direttore agonistico Paolo Germanetto, ex atleta ed ora coordinatore del movimento nazionale, che ha spiegato l’evoluzione di questo sport in Italia e nel mondo e soprattutto l’eccellente stato di salute della rappresentativa italiana. Sempre per quanto riguarda la corsa in montagna ha raccontato le sue esperienze e la sua poliedricità l’atleta trentina Francesca Iachemet.
Una serata frizzante, condotta da Paolo Malfer, che ha raccontato aspetti inediti e abitudini singolari di questi atleti straordinari, con la proiezione di filmati emozionali dedicati ad alcune delle competizioni più rappresentative, quali la Dolomites SkyRace, la Stava Mountain Race e la Maddalene Sky Marathon per la parte skyrace, quindi la San Giacomo – Altissimo e il video ufficiale della Fidal per quanto riguarda la corsa in montagna. Apprezzati il cortometraggio che racconta la vita quotidiana di Urban Zemmer e i video promozionali di Martina Valmassoi realizzati all’estero come atleta e operatrice video-fotografica.