Sarà Juventus-Chievo la finalissima del 43° Trofeo «Città di Arco-Beppe Viola», prevista martedì alle 15 (diretta RaiSport 1) in via Pomerio ad Arco. Questo l'esito delle due tirate semifinali che in mattinata hanno regalato tante emozioni al folto pubblico che ha affollato tanto lo stadio gardesano, quanto l'impianto di Aldeno. Ad alzare bandiera bianca, da una parte la favorita Roma (ancora imbattuta in campionato), dall'altra un Milan troppo altalenante. Martedì i bianconeri cercheranno quindi di iscrivere per la sesta volta il proprio nome nell'albo d'oro del più importante torneo italiano per allievi, mentre i gialloblù sognano il bis a 11 anni di distanza dal primo storico successo sul Garda Trentino.
Come vanificare con una colossale sciocchezza una rincorsa dapprima timida e poi sempre più veemente. Potrebbe essere questa la sintesi della partita che il Milan si è fatto scippare, ad un niente dal fischio finale, per un intervento maldestro (e forse inutile) dell’appena entrato Spinelli sullo scatenatissimo Gallo, animatore di quasi tutte le offensive dei gialloblù del Chievo, che stava operando l’ennesima percussione in area. Da quella posizione il piccolo esterno del Chievo avrebbe potuto rischiare un improbabile diagonale oppure operare un traversone. Spinelli non gli ha dato il tempo per scegliere, l’ha steso e al signor Stefani non è rimasto altro che fischiare il rigore. Lo stesso Gallo trasformava e quindi candidava il Chievo a contendere alla Juventus l’ambito trofeo.
La partita, giocata in mattinata allo stadio di Arco, aveva avuto uno spumeggiante inizio, grazie anche all’intraprendenza del Chievo valorizzata dal gigioneggiare dei rossoneri, approssimativi nei disimpegni difensivi e poco concentrati. Un atteggiamento che i clivensi punivano già al 2’: Gallo rubava palla sulla trequarti sinistra del fronte offensivo veronese, innescava il turbo e quindi arrivava indisturbato davanti a Aiolfi, battuto con un preciso rasoterra sul primo palo. Il Milan cercava di replicare all’8’ con un colpo di testa di Miti che Roma respingeva sulla linea con una spettacolare rovesciata. Scampato il pericolo il Chievo raddoppiava: questa volta era Ngissah a recuperare palla nella metà campo milanista e a involarsi, più o meno indisturbato, verso l’incolpevole Aiolfi cogliendo il quinto centro in questo torneo che lo vede guidare la classifica dei tiratori scelti. Un gol che poteva segnare il tracollo del Milan che, invece, continuava a credere nelle proprie possibilità. Sfiorato il gol al 20’ con una conclusione di testa di Mondonico, i rossoneri accorciavano le distanze al 23’ con Vassallo che riusciva a mettere in rete, da posizione defilatissima, una respinta del portiere Salsano su precedente conclusione di Crociata. Aver accorciato le distanze ancora prima della fine del tempo dava nuova linfa alle speranze del Milan che al 35’ sfiorava il pareggio con una staffilata dio Miti respinta con i piedi dal portiere veronese.
Al 6’ della ripresa il pareggio era però cosa fatta. Vassallo faceva tutto da solo, seminava gli avversari sulla sinistra per poi lasciar partire un destro preciso ed imparabile dal limite dell’area. Il pareggio sembrava però spegnere l’ardore del Milan che al 13’ ed al 20’ rischiava nuovamente di capitolare. Nella prima occasione la punizione di Provenzano sfiorava il palo, nella seconda la conclusione a botta sicura di Concato in mischia veniva respinta ad un passo dalla porta. Una partita, insomma, che sembrava incanalata verso i calci di rigore, quando il piccolo Gallo riusciva a «inventarsi» (con la complicità di Spinelli) il rigore del successo.
Ad Aldeno, la Juventus sfrutta la propria maggior brillantezza per aver ragione sulla Roma, alla vigilia favorita numero uno del torneo arcense. I bianconeri, infatti, si erano guadagnati la qualificazione alla semifinale con un turno d'anticipo, quindi ieri pomeriggio hanno potuto far riposare tutti i big, mossa utilissima in una competizione massacrante come quella trentina, che propone quattro match in meno di 72 ore. I capitolini hanno invece dovuto sudare sino all'ultimo per non farsi sopravanzare dall'Atalanta nel Girone C, spendendo energie che sarebbero risultate preziose nel confronto con i piemontesi.
Eppure i giallorossi sono partiti a spron battuto, portandosi in vantaggio dopo appena tre minuti. Autore del gol, Calì, bravo nell'approfittare di un marchiano errore di posizione del portiere bianconero Del Favero e insaccare dal limite dell'area. L'acuto dei «lupacchiotti» è però rimasto un fatto isolato, visto che poi il match ha cominciato a colorarsi di bianconero. A salire in cattedra, i soliti Pozzebon, Vitale e Clemenza, tre elementi che costituiscono l'ossatura, almeno dalla metà campo in su, della formazione di mister Della Morte. Già prima dell'intervallo, la Juve riusciva così a ribaltare il risultato. Al 29' era Pozzebon a farsi spazio in area romana, dando il là ad una bella azione corale terminata con un cross di Di Giovanni sul secondo palo, dove Vitale ha estratto dal cilindro un colpo di testa a scavalcare Faiella, il quale ha potuto solo toccare la sfera poi finita nel sacco. Al 32' la traversa colpita da Clemenza con un sinistro dal limite suonava poi come sonoro campanello d'allarme per la Roma, trafitta cinque minuti dopo da Udoh, abile nel concretizzare in spaccata un traversone dell'onnipresente Vitale, a sua volta imbeccato da Pellini.
Nella ripresa i giallorossi, che già avevano manifestato una certa stanchezza, sparivano dal campo. Se si eccettua una potente ma centrale punizione di Vasco, parata con sicurezza da Del Favero, era soprattutto la Juventus a sfiorare a più riprese quella rete che avrebbe atterrato in anticipo i capitolini. Gli attori erano i soliti, ovvero Pozzebon (traversone neutralizzato) e Vitale (sinistro alto prima, sparata sul portiere da ottima posizione poi), ma stavolta il copione negava la gioia del gol ai bianconeri. In un finale piuttosto spigoloso, la Roma provava un ultimo assalto con Preti, il cui tiro era prima deviato da un difensore, poi dal portiere Del Favero, che ha quindi sigillato il passaggio del turno della sua Juve. Ora Della Morte ha un giorno di tempo per far recuperare quante più energie possibili ai suoi ragazzi, attesi da un Chievo lanciatissimo: in finale non ci sarà però Pozzebon, squalificato per cumulo di ammonizioni.
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