Viote Ski Marathon

Le interviste dopo la gara a tecnica libera

Il vincitore, Giorgio Di Centa, non si è certo risparmiato, nonostante il vantaggio costruitosi fin dall’inizio. «Ho voluto affrontare gli 11 chilometri tenendo un buon ritmo – afferma – perché ho percepito ottime sensazioni e perché volevo approfittare della situazione per allenarmi in vista dei Campionati Italiani, che si svolgeranno proprio qui alle Viote».
Il clima ha rappresentato un avversario agguerrito oggi… «Ha nevicato tanto, ma ho trovato la pista ottimamente battuta, più che altro ho sofferto la scarsa visibilità. Tuttavia bisogna fare i complimenti agli organizzatori e sottolineare la qualità di quest’area, sulla quale si possono ricavare tracciati ondulati molto vari e divertenti. Con il sole immagino uno scenario spettacolare, ideale per grandi eventi».

Loris Frasnelli, secondo classificato, si tiene stretto il risultato. «Dato che Giorgio era imprendibile, abbiamo capito subito che avremmo dovuto concentrarci sulla lotta per l’argento e così, sapendo di avere qualche cartuccia in più da giocare rispetto a Simone, mi sono preparato per lo sprint dopo esserci dati il cambio davanti. Ho prevalso di pochissimo, quindi gli faccio i miei complimenti. In quanto alle condizioni climatiche, preferisco di gran lunga correre sotto la neve che accanto a prati verdi, quindi non c’è motivo di lamentarsi».

Simone Paredi non ha rimpianti per aver perso la volata, ma per quanto capitatogli in avvio. «Purtroppo dopo 500 metri sono caduto – afferma - e da lì in poi ho dovuto impiegare le mie energie per rientrare fra i primi. Ho provato a giocarmi il secondo posto, ma in volata Loris è più veloce. Credo, comunque, che anche senza incidenti non sarei riuscito a tenere il ritmo imposto da Giorgio Di Centa».

Pietro Mosconi sorride: «Il quarto posto non fa mai piacere, ma in questo caso era difficile riuscire a salire sul podio, perché il ritmo imposto dai primi alla gara è stato tosto fin dall’avvio. Mi è piaciuto il percorso, nonostante il tempo, perché la neve era bella compatta».

La vincitrice, l’ucraina Valentina Shevchenko, non ha incontrato rivali. «Ho trovato molto duri questi 10 chilometri, pesanti come trenta coperti in condizioni normali - ha speigato - per cui non posso dire che sia stata una passeggiata. Oltretutto fare gara solitaria, senza punti di riferimento, non è mai semplice, ma mi sto abituando, dato che ultimamente mi è accaduto spesso di correre in mezzo agli uomini».

Jael Compagnoni, seconda, non ha alcun rammarico: «Non ho nulla di rimproverarmi, perché Valentina ha fatto gara a sé fin dallo start. Ho provato a starle dietro nei primi metri, ma ho capito in fretta che sarebbe stato meglio gestire le energie. Più che la nebbia o la neve morbida devo dire che ho combattuto molto con gli occhiali, dato che si appannavano di continuo».

Elda Verones, a capo del comitato organizzatore, traccia un bilancio della due giorni. «È stata una seconda edizione all’insegna della neve – dice –, ma tutto è andato bene. Abbiamo voluto far disputare anche la seconda gara in tecnica libera, nonostante la nebbia e la forte precipitazione, perché tanti atleti si erano fermati appositamente ed era giusto permettere loro di gareggiare anche oggi. Ci ha fatto particolarmente piacere vedere tanti nomi importanti del fondo italiano fra gli iscritti. La formula articolata su due giorni di gara ci è servita per l’indotto turistico, ora pensiamo già alla terza edizione».


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