Ancora una volta nei suoi 24 anni di storia la DoloMyths Run Skyrace si è risolta nei 1.750 metri di dislivello in discesa. Nei 12 chilometri, che dai 3.152 metri del Piz Boè si buttano a capofitto verso l’abitato di Canazei (1.450 metri), passando per i ghiaioni dell’incantevole Val Lasties, il trentino di Vermiglio Davide Magnini ha costruito il proprio capolavoro, aggiudicandosi l’edizione 2022 di una delle competizioni di corsa in quota più prestigiose al mondo e valida come tappa delle Golden Trail National Series. Per Magnini si tratta della seconda vittoria dopo quella ottenuta nel 2019 e del terzo podio dopo il secondo posto del 2017. Sorprese al femminile, con l’affermazione della bellunese di Pieve di Cadore Martina Valmassoi, che aveva deciso di preparare al meglio questa DoloMyths Run, ma non si aspettava certo di andare così forte, visto che ha percorso i 22 km del tracciato col tempo di 2h39’05”. Doppia affermazione, dunque, per il team Salomon, in un’edizione che ha visto in gara 700 runner di ben 34 nazioni.
Pure Davide Magnini aveva preparato accuratamente la DoloMyths Run Skyrace di quest’anno e non è un caso che venerdì, invece di prendere parte al Vertical Kilometer, abbia deciso di testare nuovamente l’impervia discesa. Pur avendo soli 24 anni, l’esperienza e la strategia gli hanno dato ragione. Decisamente interessante anche la prestazione cronometrica dell’atleta di Vermiglio, visto che ha stabilito il tempo di 2h00’40”, di soli 27 secondi più alto rispetto al record che stabilì nel 2013 Kilian Jornet. Rimanendo in tema di primati, va evidenziato che Magnini non è riuscito ad infrangere il miglior tempo nella discesa dal Piz fino al traguardo per 36 secondi e che la coppia formata da Stian Angermund e Petro Mamu per un solo secondo non ha eguagliato il primato che stabilì sempre Kilian.
Sul podio maschile sono saliti i protagonisti della prima parte di gara di sola ascesa Petro Mamu, eritreo del Team Scarpa, giunto al traguardo a 20 secondi da Magnini, e il trionfatore di dodici mesi fa, il norvegese del team Salomon Stian Angermund, che invece ha chiuso con un gap di 1’51”, cedendo proprio nella discesa dove lo scorso anno aveva costruito il proprio successo.
Distacchi più consistenti nella sfida femminile con Martina Valmassoi trionfatrice, quindi a 3’18” è giunta l’austriaca Stephanie Kroell e subito dietro, a 3’24”, la lucchese della Garfagnana Cecilia Basso.
La cronaca della gara comincia dall’attacco di Magnini, Angermund e Mamu, capaci di prendere margine sul gruppo appena fuori dall’abitato di Canazei. Poi l’eritreo decide di allungare, ma il norvegese riesce a rimanergli sulle caviglie, mentre il trentino perde leggermente terreno, pensando a gestire le energie per il resto della sfida. Ai 2.239 metri di Passo Pordoi, Petro Mamu e Stian Angermund transitano con 12 secondi su Davide Magnini. Posizioni che non variano al transito a Forcella Pordoi (2.829 metri) dopo l’impegnativa ascesa con le inversioni su pietre e ghiaia. L’africano fa registrare il tempo di 58’59”, a soli 6 secondi lo scandinavo e a 22 secondi il vermigliano. Quarto alla Forcella Daniel Pattis, seguito da Roberto Delorenzi, Luca Del Pero, Mattia Gianola e Stefano Gardener.
La fatiche in salita non sono però ancora concluse. Al passaggio nel punto più alto della gara, ai 3.152 metri del Piz Boè, Angermund e Mamu giungono con l’identico tempo di 1h16’01 e per il norvegese è addirittura primato personale in salita, visto che è di 50 secondi inferiore a quello che ha stabilito lo scorso anno. Magnini giunge dopo 27 secondi, Pattis dopo 2 minuti, quindi sfilano Delorenzi, Del Pero, Gianola e Gardener.
Da questo momento la DoloMyths Run Skyrace volta pagina. Magnini mette il turbo e ritrova la gamba giusta in discesa, dopo aver sofferto più del previsto in salita. Sulle ripide scale alla base del Piz Boè il trentino aggancia subito Mamu e all’inizio della Val Lasties supera anche Angermund. Per Magnini si conclude una straordinaria rimonta, che può coronare solamente con un’altra maestosa seconda parte, tutta all’attacco, grazie alla quale taglia il traguardo a braccia alzate. In Val Lasties accade poi che Angermund cede e viene superato da Mamu, il quale sale sul secondo gradino del podio.
La classifica maschile vede dunque Magnini primo col tempo di 2h00’40”, seguito a 20 secondi da Mamu, a 1’51” da Angermund, quarto a 5’10” il premanese Mattia Gianola, a 5’40” lo svizzero Roberto Delorenzi, ed ancora a 5’47” Luca Del Pero, a 6’06” Lorenzo Beltrami, che ha stabilito il terzo miglior tempo in discesa. Ed ancora Mattia Bertoncini, il secondo trentino, ovvero il fiemmese Daniele Felicetti, il valtellinese Claudio Muller e il teserano, d’inverno apprezzato fondista, Stefano Gardener. Primo fassano Cesare Sottsass, 37°.
La sfida al femminile ha visto partire subito forte Martina Valmassoi, che a Forcella Pordoi transita con 1’38” di vantaggio sull’inglese Catriona Graves e 2’44” sulla toscana Cecilia Basso, quindi Jessi Pardin, Fabiola Conti e l’austriaca Stephanie Kroell. Posizioni confermate anche al Piz Boè, dove però la Conti supera la Basso. Si definisce tutto in discesa, con la Valmassoi che gestisce il vantaggio e chiude la gara sul traguardo di Canazei con il tempo di 2h39’05”, precedendo di 3’18” l’austriaca, che in discesa stabilisce il miglior crono assoluto, recuperando quattro posizioni. Terza è Cecilia Basso a 3’24” poco distante dall’austriaca, quindi ecco Fabiola Conti a 6’40”, la francese Jessica Pardin a 9’10”, l’inglese Catriona Graves a 14’06”, in difficoltà nel tratto in discesa.
Al termine della skyrace è stata definitiva anche la classifica della super combinata, ovvero di chi ha partecipato a tre gare in tre giorni: primo Efrem Delugan, secondo Michele Fedel e terzo Cosma Verra. Infine il premio Perathoner, assegnato a chi ha ottnenuto i migliori risultati nella scialpinistica Sellaronda Marathon e nella Skyrace, è stato vinto da Magnini e Valmassoi.